Fratelli Pintor, morti sulla 129 il giorno di Natale: i sopravvissuti chiamano in causa Anas
Uccisi per un guardrail ritenuto fuori norma: i parenti chiedono ora che la società sia obbligata a mettere in sicurezza tutte le strade sardePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il 4 marzo prossimo si terrà un’importante udienza nel processo civile contro Anas per il miglioramento della sicurezza stradale in Sardegna, a seguito della tragica morte dei fratelli Matteo e Francesco Pintor, avvenuta il 25 dicembre 2017 sulla strada statale 129 Nuoro-Macomer.
Giovanni Pintor, che ha perso i fratelli in un incidente causato da un guardrail ritenuto fuori norma, ha lanciato un appello per ottenere il sostegno del pubblico, invitando a condividere il suo messaggio: «Ogni piccola azione può fare la differenza».
Il processo è stato avviato da Alessandro Satta, cugino di Giovanni, che è difeso dall’avvocato Danilo Sedda di Sassari, mentre Anas è rappresentato dall’avvocato Pietro Antonio Sanna. La causa, promossa da Satta e che a marzo vedrà costituirsi anche l’associazione AdessoBasta di Giovanni Pintor, mira a ottenere una condanna che obblighi Anas a mettere in sicurezza tutte le strade sarde, in particolare i guardrail, che nel caso specifico hanno causato la morte dei fratelli Pintor.
La prima udienza si è già tenuta il 19 dicembre scorso, davanti al giudice Francesca Lecis. Il 4 marzo, oltre a proseguire il processo, ci sarà anche la nomina di un Ctu (Consulente Tecnico d’Ufficio), che dovrà stabilire se il terminale del guardrail, su cui l’auto si è schiantata, fosse conforme alle normative di sicurezza. Questo aspetto è cruciale per determinare le responsabilità di Anas nel garantire infrastrutture sicure.
Giovanni, insieme a Alessandro e ai membri di AdessoBasta, chiede a tutti di supportare la causa, facendo crescere la consapevolezza pubblica sulla sicurezza stradale. «Non è solo una causa per la mia famiglia, ma per tutti quelli che ogni giorno percorrono strade pericolose», ha dichiarato Giovanni, invitando a condividere il messaggio e il video della causa.