Una lettera aperta ai cittadini, scritta di proprio pugno dal sindaco di Macomer Antonio Succu, che espone a grandi linee il bilancio di cinque anni e l'ennesimo attacco delle minoranze, caratterizza questa fase politica, in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera.

Dopo gli scontri (dove aleggia l'ombra della querela), in consiglio comunale, i due schieramenti, nettamente contrapposti, si affrontano a suon di comunicati. "Macomer è un paese che ha un grande bisogno di coesione sociale e dunque di un dibattito politico diverso da quello tradizionale - scrive tra l'altro il sindaco nella lettera aperta ai cittadini - È un paese che ha bisogno di archiviare il pessimo metodo della maldicenza e dell'esposto, delle liti e dei conflitti, delle parole ultimative, dei proclami di condanna e delle provocazioni. Ho lavorato molto durante il mio mandato a ricostruire l'unità civile della città e non intendo farmi trascinare ora in nuove polemiche. Macomer ha bisogno di unità di serenità e di lavoro. Chi vive di conflitti genera conflitti non benessere, non lavoro, non sviluppo. Ho lavorato e continueremo a lavorare affinché crescano nuovi amministratori immuni dalla logica del conflitto personale fine a se stesso".

Le minoranze attaccano a tutto campo. "A noi sembra che, alla scadenza del suo mandato, i fatti parlino di una realtà ben diversa, con un sindaco assente o distratto su partite fondamentali - scrivono in un lungo comunicato -. Traiamo ulteriori ragioni di convincimento dell'assoluta esigenza di chiudere definitivamente una fase politica estremamente negativa per la nostra comunità, costruendo, in vista delle prossime elezioni comunali, una proposta di maggioranza programmatica, innovativa nei contenuti, nelle persone, nei metodi di governo, nel rapporto con i cittadini e nella funzionalità dei servizi, con il coinvolgimento di tutti i soggetti disponibili".
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