L'associazione culturale Benjamin Piercy apre un fronte di lotta per dire no al deposito delle scorie nucleari in Sardegna. Ha iniziato la sua azione a Bolotana, con la raccolta di centinaia di firme, ma intende allargare l'azione in tutta l'Isola. Intanto ha inviato una lettera al presidente della Regione, a quello dell'Unione dei Comuni del Marghine e al sindaco di Bolotana.

«Vogliamo dire no al deposito delle scorie nucleari nella nostra Isola - dice il presidente dell'associazione, Mario Bussa - considerando che la zona individuata è un territorio molto fragile che non può accogliere un deposito di scorie nucleari, essendo una zona a vocazione fortemente agricola di particolare tipicità che ne metterebbe in pericolo la stessa sopravvivenza. La nostra è una battaglia di civiltà che dobbiamo combattere tutti insieme, convinti che il futuro della nostra Isola dovrà essere fatto di cultura, ambiente, tradizione, turismo e lavoro».

L'associazione Benjamin Piercy, nella lettera inviata al presidente della Regione, tra l'altro ricorda: «Per raggiungere il sito di stoccaggio, i mezzi di trasporto dovranno attraversare la Sardegna da nord a sud e che l'impianto riceverà rifiuti per circa 40 anni dove verranno allocati, fino a quando non saranno più radioattivi, quindi circa 300 anni».

L'associazione invita tutti i 377 comuni sardi ad adottare una delibera urgente di Consiglio Comunale per dire No al deposito di scorie nucleari in Sardegna dichiarandola immediatamente eseguibile e inviarne copi al Prefetto di competenza.

«Chiediamo al presidente della Regione di farsi capo di una regia di coordinamento delle iniziative che arriveranno nella nostra comunità - è scritto ancora nella lettera - per scongiurare la scellerata possibile scelta del ministero dell'ambiente, di adibire la Sardegna a deposito di rifiuti nucleari. Chiediamo, invece, che sarebbe opportuno da parte del Governo Nazionale dotare di strade e opere di collegamento strategico utili a favorire l'agricoltura e la pastorizia, il turismo e l'impresa, anziché pensare alla Sardegna come sito di deposito di scorie nucleari».  

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