Il Marghine terra di accoglienza e integrazione, capace di ospitare i migranti con calore e competenza.

È il bilancio del progetto SAI (Sistema Accoglienza e Integrazione), avviato nel 2017 dall’Unione dei Comuni del Marghine, presentato questa sera presso il Centro Unla di Macomer dalla cooperativa sociale “Sicomoro”, affidataria della gestione del programma dal 2021.

Grazie al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati del Ministero dell’Interno, sedici cittadini stranieri per un totale di cinque famiglie provenienti da Ucraina, Afghanistan e Tunisia, oggi vivono dignitosamente nel territorio, con tutta l’assistenza necessaria: vitto e alloggio, supporto psicologico e legale e una formazione tale da renderli autonomi e pronti ad affrontare il mondo del lavoro.

"Dopo tante difficoltà, anche legate alle differenze culturali, siamo riusciti ad integrarci bene a Macomer, dove abbiamo ricevuto tutto il sostegno possibile -racconta Zal Mai, afghano ventunenne, arrivato in Sardegna circa un anno fa coi genitori e i due fratelli-. Abbiamo trovato una comunità molto ospitale a cui siamo grati. Oggi, grazie a una borsa di studio, frequento l'Università e sogno di diventare giornalista, per tornare un giorno nella mia terra e aiutare il mio popolo". Obiettivo della serata abbattere i pregiudizi.

"Questo evento - spiega Stefania Russo, presidente della Sicomoro- vuole spostare lo sguardo della comunità rispetto ai temi dell’immigrazione, per  comprendere il fenomeno attraverso la conoscenza delle persone straniere che abitano nel nostro territorio e vivere la loro presenza come un’opportunità. Speriamo sia solo l’inizio di un percorso più ampio, che sfoci in un festival dell’accoglienza diffuso a respiro regionale”. Soddisfatti la vice sindaca di Macomer Rossana Ledda e il presidente dell’Unione dei Comuni del Marghine Gian Pietro Arca:“ Tante famiglie -affermano- sono diventate residenti della nostra comunità e conducono una vita dignitosa. Per noi sono un'opportunità che arricchisce e una diversità che può unire”.

© Riproduzione riservata