La data del processo è stata appena notificata alle parti.

Il 18 aprile in cinque compariranno davanti al gup di Nuoro che dovrà decidere se rinviarli a giudizio o meno.

Tra i nomi spicca naturalmente quello di Alberto Cubeddu di Ozieri – accusato in concorso assieme al cugino all’epoca minorenne Paolo Pinna dello studente Gianluca Monni di Orune e di Stefano Masala di Nule.

Tra loro davanti al giudice Claudio Cozzella c’è anche Pinna per il quale il processo con il rito abbreviato si sta celebrando al tribunale dei minori di Sassari.

Il presunto assassino di Nule avrebbe infatti a più riprese minacciato un ragazzo di Orune, Pier Giorgio Massaiu, con ripetuti messaggi inviati su whatsapp per recuperare la pistola che gli era stata portata via proprio nel centro barbaricino la sera di dicembre del 2014 quando venne percosso da un gruppo di ragazzi del paese.

Una rissa scoppiata, come è stato ricostruito in seguito, dopo che Pinna molestò la fidanzata di Monni e dopo che sempre lui puntò quell'arma su chi l'aveva difesa.

L'episodio è rilevante perché le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Nuoro hanno individuato non senza difficoltà proprio in questo episodio il vero movente dei due omicidi.

Tra gli indagati in questa vicenda da film dell'orrore, oltre a Pinna e Cubeddu, ci sono anche lo zio di entrambi, Francesco Pinna, perché in maniera esplicita minacciò Alessandro Taras attraverso due distinte telefonate.

Nei dialoghi intercettati l'uomo fece arrivare un messaggio chiaro. Ovvero intimò che Taras non confermasse davanti al gip (in sede di incidente probatorio) alcune dichiarazioni già rese agli inquirenti, ovvero che avesse accompagnato Cubeddu nelle campagne

di Pattada a bruciare la macchina del povero Stefano Masala. A processo anche Antonio Zappareddu per il possesso di un fucile ma non coinvolto nel duplice omicidio.
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