Una furiosa lite, l’ennesima, mentre stavano mungendo le pecore nella loro azienda agricola di Sae Lussu. A un certo punto Giuseppe Pittalis, 55 anni, ha preso un grosso martello e ha colpito alla testa il fratello Giorgio, di 61, uccidendolo.

Così l’allevatore ha ricostruito davanti agli investigatori il delitto che ieri ha sconvolto la comunità di Bitti, ancora sgomenta per l’omicidio che ha separato per sempre i due fratelli che stavano giorno e notte assieme, in casa e in azienda.

Nella notte, dopo l’interrogatorio, Giuseppe Pittalis è stato trasferito nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros.

L'allevatore ha ammesso senza remore le sue responsabilità davanti ai pm Giorgio Bocciarelli e Riccardo Belfiori, assistito dagli avvocati difensori Angelo Manconi e Potito Flagello.

Lunedì in carcere si terrà l’udienza per la convalida dell’arresto da parte del gip del Tribunale di Nuoro. La salma della vittima è stata invece trasferita al San Francesco di Nuoro per l’autopsia di cui è stato incaricato il medico legale Matteo Nioi.

C’è poco altro da aggiungere a una storia i cui contorni sono fin troppo chiari, il caso è – formalità di rito a parte – praticamente chiuso. Il movente sta nella convivenza forzata dei due fratelli, cui da qualche anno con la morte della madre era venuto a mancare anche il punto d’equilibrio.

In paese tutti sapevano della loro litigiosità, in alcuni casi erano anche venuti alle mani, ma nessuno si aspettava una tragedia di simili proporzioni.

«È una vicenda che ha i contorni di una convivenza difficile della quale purtroppo nessuno fino a oggi aveva capito la gravità. Bitti piange Giorgio ma non abbandonerà Giuseppe in questa fase così drammatica della sua vita», ha detto il sindaco Giuseppe Ciccolini. Proprio a lui, ieri mattina, Giuseppe Pittalis ha confessato il delitto, prima di andare in caserma.

(Unioneonline/L)

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