Il calore di famiglia, prodotti a chilometro zero e quell’ospitalità incondizionata che sa di casa. Sono questi i segreti della “Nuova Locanda”, dal 1967 autentica istituzione a Desulo, nella centralissima via Lamarmora. 

Una realtà tutta al femminile, dove le vere protagoniste sono proprio le sorelle Franca, Nina, Santina e Natalina Floris. Nel segno dei fondatori, i genitori Giovanni detto “Lucchittu”  e la madre Maria Porru, tra i pionieri turistici al paese.

Osservarle nella loro quotidianità, un tuffo nei sapori genuini di una volta che resistono al progresso.

Dai ravioli di formaggio, ricotta e patate, passando per il prosciutto artigiano, le minestre e la buona carne. Non da meno l’attenzione alla ricettività: nei piani superiori, 5 camere recentemente ristrutturate offrono la possibilità di un soggiorno confortevole.

«In queste mura – racconta Franca – sono racchiusi i sacrifici di una vita. Nostro padre faceva il muratore e ha costruito l’intera palazzina passo dopo passo. Sia lui che nostra madre ci hanno educato al rispetto, lavorando onestamente. E proprio mostra madre diede il vero avvio alla locanda».

E infatti, accade che un giorno degli elettricisti in transito nel paese necessitino di un luogo dove mangiare. Tzia Maria non ci pensa due volte a cucinare per loro, offrendo la possibilità di soggiornare in casa. Il successo è istantaneo e traspare dagli occhi di quei giovani lavoratori.

«Da lì – continua Franca – è iniziata la nostra avventura che va avanti da oltre 50 anni. Offriamo un servizio giornaliero, attraverso una cucina di soli prodotti freschi locali. Nel rione di Frumene coltiviamo l’orto che ispira tanti nostri piatti e i sughi».

E mentre i racconti scorrono, la “ciurma” non si scompone, preparando ravioli e seadas a chilometri zero. I profumi inebriano l’aria della piccola cucina, trasformatasi in una perfetta catena di montaggio.

«La nostra più grande pubblicità è il passaparola – continua Santina - vedere l’apprezzamento dei clienti ci rende fiere del cammino fatto».

Le fa eco Nina: «Abbiamo lavorato sodo per anni, fra matrimoni, mense delle scuole e tanto altro ancora. Ma abbiamo sempre amato tutto ciò. Così come il nostro paese: siamo orgogliose di viverci e lavorarci».

Un legame forte quello con i compaesani che nella Locanda vedono un riferimento, in cui sentirsi accolti dal buon cibo e da una buona parola che non manca mai. 

Natalina ne è fiera: «Acquistiamo materie prime solo del posto. Siamo una realtà familiare, per noi la grande catena non esiste. Essere famiglia significa aiutarci l’uno con l’altro».

Esempi di resistenza nelle zone interne, dove la forza delle donne è da sempre un valore fondante. Le sorelle Floris lo sanno bene, ambasciatrici di pura genuinità. 

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