Situazione sempre più caotica attorno al Campo Scuola Tomaso Podda di Nuoro, unico impianto con pista di atletica della città. Mentre il sindaco Emiliano Fenu, sui social, difendeva gli uffici parlando di «accuse ingenerose» e l’assessora allo sport Natascia Demurtas, assicurava una riapertura imminente grazie alla delibera del 1° dicembre, oggi arriva la doccia fredda: il dirigente comunale ha firmato un’ordinanza che interdice completamente l’impianto (soggetto a lavori di ristrutturazione e dove è stata ultimato il primo lotto di rifacimento della pista), dichiarandolo non sicuro e utilizzabile solo dopo un piano di sicurezza e la presenza del Dae (il defibrillatore).

Una decisione che contraddice apertamente la linea politica annunciata dalla giunta e riapre lo scontro interno su responsabilità, tempi e comunicazione istituzionale. L’ordinanza elenca una lunga lista di criticità: area ancora configurata come cantiere, materiali di risulta, scarsa illuminazione, scavi senza adeguata segnaletica, assenza del defibrillatore e della cartellonistica di emergenza. «A tutela della salute degli atleti e dell’integrità patrimoniale dell’ente», l’uso sportivo è vietato.

La questione è motivo di scontro politico tra Giunta e opposizione con Bastianella Buffono di SiAmoNuoro che sottolinea come «la mancata firma del funzionario, non è la causa del ritardo ma un sintomo più profondo: una giunta che approva atti che poi non è in grado di rendere operativi».

La chiusura arriva proprio mentre monta la protesta del mondo dell’atletica: martedì decine di atleti, dirigenti e genitori, hanno occupato simbolicamente l’impianto, denunciando un anno e mezzo di stop, trasferte continue a Orani e perdita di tesserati. Le cinque società nuoresi si sono unite per avere la gestione temporanea dell'impianto e tronare ad allenarsi nella loro casa. Tra loro anche il campione italiano Elias Sagheddu, prossimo tedoforo il 13 dicembre: «È assurdo che mentre la città festeggia lo sport, la sua pista resti chiusa» aveva detto. 

Le società parlano di stallo «inaccettabile» e minacciano nuove iniziative. Tra le idee più discusse: deviare il percorso della fiaccola olimpica e farla passare davanti al Campo Scuola, trasformando l’evento in una denuncia pubblica. Per ora però, resta una sola certezza: la politica dice una cosa, gli atti ufficiali ne certificano un’altra. E gli atleti, ancora una volta, restano fuori dalla loro pista. 

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