Un crocevia di eventi culturali, enogastronomia e fratellanza tra popoli. È ciò che rappresenta da oltre trent’anni il caffè letterario e griglieria Barbagia Ospitale di Belvì, in questi giorni meta di centinaia di motociclisti del Nord Europa in transito sulle strade barbaricine.

All’ingresso del locale di Via Roma campeggia la bandiera palestinese, a dimostrazione del sostegno alla causa del titolare Bachis Cadau. E oggi due turisti israeliani hanno cercato di ammainarla: «Nella tarda mattinata di oggi - racconta Cadau, in prima linea anche nelle battaglia della sanità territoriale - una coppia di motociclisti ha fatto tappa nel nostro locale. Scesi dalla loro moto con targa tedesca, si sono accomodati nella veranda esterna e subito hanno esternato il loro disappunto verso la bandiera palestinese esposta».

E hanno deciso di ammainarla, attirando la curiosità dei presenti e l’attenzione dello stesso Cadau che, insieme agli avventori ha chiesto spiegazioni sul gesto: «Hanno risposto che erano orgogliosamente israeliani, mostrandoci anche un ciondolo con la loro bandiera. Ne è nato un confronto deciso ma comunque rispettoso».

«Ho spiegato loro – continua Cadau – che ciò che sta accadendo a Gaza è surreale e atroce, con migliaia di vittime innocenti sotto il peso dell’occupazione Israeliana. Ma ho anche chiarito che i morti innocenti israeliani sono parte di un unico sistema che sta generando morte e distruzione».

«Saremo potuti cadere nella provocazione dei due turisti, invece abbiamo risposto con professionalità, facendo fino in fondo il nostro lavoro. Questo è un locale aperto a tutti, basta che ci sia rispetto», ha precisato l’oste.

Non solo: «Ho specificato ai due che nel nostro territorio, da sempre, abbiamo avuto ottimi rapporti con l’Organizzazione di Liberazione della Palestina, grazie al rappresentante per l'isola, il compianto dottor Nabel, per anni guardia medica di Aritzo».

Cadau ha sottolineato l’importanza del riconoscimento dello Stato palestinese e ricordato che «ogni anno al Barbagia Ospitale commemoriamo la Shoah».

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