Assalti ai portavalori, restano in carcere due indagati: il Riesame conferma il quadro dell’accusa
Respinto il ricorso di Riccardo Mercuriu e Pasquale Musina, gli unici a chiedere la scarcerazionePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il Tribunale del Riesame di Sassari ha respinto il ricorso presentato dalle difese di Riccardo Mercuriu (30 anni, di Mamoiada, difeso dall’avvocato Francesco Lai) e Pasquale Musina (49, di Orgosolo, difeso dall’avvocato Riccardo Floris). I due rimangono dunque in carcere: erano gli unici tra gli arrestati ad aver impugnato l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Nuoro Giovanni Angelicchio.
La decisione conferma in toto il quadro accusatorio delineato dalla Procura, che descrive il gruppo come “perfettamente organizzato e pronto a sparare per uccidere” nell’ambito di rapine e assalti a portavalori pianificati in Sardegna.
Rimane centrale la posizione di Peppino Puligheddu, 60 anni, orgolese, considerato il presunto basista e osservatore della banda. Arrestato dopo una breve latitanza, Puligheddu, assistito dagli avvocati Paola Marteddu e Giovanni Angelo Colli, è ritenuto dagli investigatori un tassello fondamentale dell’intera ricostruzione investigativa sulle rapine.
Secondo le indagini della Polizia di Nuoro, coordinate dal pm Ireno Satta e dal capo della Mobile Fabio Di Lella, il gruppo agiva con un livello di pianificazione elevato: telefoni “muti” che comunicavano solo tra loro, continui spostamenti tra Barbagia e Baronia, sopralluoghi studiati nei dettagli e particolare attenzione a cancellare le tracce. Le utenze telefoniche intestate a identità fittizie avrebbero dovuto permettere agli indagati di eludere intercettazioni e pedinamenti digitali. Anche le precauzioni fisiche erano rigorose: passamontagna, mezzi rubati, auto bruciate dopo le azioni o trattate con candeggina per eliminare eventuali residui di DNA.
Questa metodologia emerge con forza soprattutto nell’episodio dell’8 agosto 2025, quando la banda si era radunata nel capannone dell’ex Marfili, alla periferia industriale di Siniscola, con l’obiettivo di assaltare un portavalori Battistolli appena arrivato a Olbia. Il piano, costruito passo dopo passo, sfumò all’ultimo momento. Puligheddu è ritenuto coinvolto anche nell’assalto del 13 marzo al blindato Mondialpol sulla strada tra Torpè e Lodè, dove furono portati via 90 mila euro e la pistola di una guardia giurata. Tra le varie accuse contestate al gruppo, gli investigatori includono anche il colpo al deposito dei Monopoli di Pratosardo a Nuoro, che fruttò oltre 300 mila euro in sigarette. Tabulati e immagini di sorveglianza ne avrebbero tracciato i movimenti nell’area dell’azione, in sincronia con quelli degli altri componenti del gruppo.
L’inchiesta sta inoltre approfondendo ulteriori episodi riconducibili allo stesso schema operativo, mai formalmente contestati ma già oggetto di verifiche. Con il rigetto del riesame, Mercuriu e Musina restano in carcere insieme agli altri principali indagati: Michele Carta, 41 anni, di Siniscola; Antonio Antonio Saccheddu, 35, di Orgosolo, difeso dall’avvocata Margherita Baragliu; Alessandro Dessolis, 41, di Orgosolo, assistito dal legale Stefano Murgia; Giovanni Piras, 29, di Orgosolo, difeso dall’avvocato Carmelino Fenudi.
