Scarponi da campagna, pantaloni in velluto e giubbotto Dainese, un filo di peluria ad incorniciare la faccia da adolescente ricoperta di acne. Il diciassettenne di Orgosolo che sarebbe stato derubato durante un rapporto sessuale a tre avvenuto in un bar di Nuoro, arriva al punto più scabroso del suo racconto e non riesce a proseguire per l'imbarazzo: «Poi, beh non so come dirlo». Il giudice Teresa Castagna lo incoraggia: «Provi con parole sue». Lui obbedisce, finendo però per essere sin troppo crudo ed esplicito.

Sedute sul banco degli imputati le presunte ladre protagoniste della scabrosissima vicenda - Antonella Brau e Patrizia Zizi, nuoresi di 29 e 41 anni, accusate di furto aggravato - lo ascoltano scuotendo la testa e parlottando tra loro. Il ragazzino prosegue, mentre la mamma, seduta tra il pubblico, scappa via in lacrime: «Dopo poco ho notato la Zizi col mio portafogli in una mano e cinquecento euro nell'altra, allora mi sono arrabbiato e gli ho detto di ridarmi i soldi, lei mi ha restituito i 500 euro ma quando ho controllato il portafogli mi sono accorto che ne mancavano altri 540, gli ho detto di ridarmeli ma mi hanno risposto che non li avevano presi loro, allora abbiamo iniziato a litigare». È questa la ricostruzione sin troppo dettagliata di quanto avvenuto nel primo pomeriggio del 31 ottobre all'interno del bar Las Vegas in via Martiri della Libertà fatta dalla viva voce di uno dei principali protagonisti. Una deposizione da bollino rosso, durante la quale il minorenne ha spiegato come tutto è cominciato al momento del suo ingresso nel bar della stazione Arst insieme a due amici. Lì - ed è forse il retroscena più squallido dell'intera vicenda - ha incontrato una parente minorenne della Zizi, che conosceva bene e che avrebbe fatto da intermediaria. «Lei mi ha chiesto se mi piaceva la Brau e che se volevo avrei potuto fare sesso con lei, io ho detto di sì e allora è andata a parlarci e quando è tornata mi ha detto che la prestazione mi sarebbe costata 50 euro». A quel punto il gruppetto si sarebbe trasferito nel vicino bar Las Vegas, appartandosi poi nel bagno. «Prima sono entrate la Zizi e la Brau, poi io», ha spiegato il ragazzino. E tutti quei soldi? «Avevo 2040 euro, me li aveva appena dati il mio ex datore di lavoro a pagamento di sei mensilità arretrate».

A raccontare l'epilogo sono stati invece i carabinieri che intervennero quasi subito, chiamati proprio dalla Zizi. «Lei era visibilmente ubriaca - ha detto in aula il maresciallo Di Giorgio - e accusava il ragazzino di averla minacciata col coltello, parlai con quest'ultimo che mi raccontò cosa era accaduto al bar. La Brau l'abbiamo rintracciata dopo dieci minuti, ha tolto fuori 40 euro dal reggiseno consegnandoceli, poi la Zizi le ha chiesto una sigaretta e lei le ha passato il pacchetto, ci siamo insospettiti e dentro abbiamo trovato una banconota arrotolata da 500 euro». Dal canto loro gli avvocati della difesa - Antonello Cao e David Piredda - hanno sommerso di contestazioni il diciassettenne orgolese, il quale aveva fornito ai carabinieri una versione parzialmente diversa. Stando alla loro tesi infatti non solo non ci fu alcun furto, ma neanche un rapporto sessuale tra le loro assistite e il ragazzino, che le avrebbe invece molestate e inseguite sino al bagno del bar. Se ne riparlerà il 27 novembre, giorno in cui riprenderà il processo.

MASSIMO LEDDA
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