Una mobilitazione per chiedere l'intervento preventivo delle istituzioni regionali al fine di bloccare l'eventuale stoccaggio nell'Isola. "Abbiamo saputo che la commissione interministeriale ha deciso che tra le sei sedi dove dovrebbero essere stoccate le scorie c'è la Sardegna - spiega Giacomo Meloni della Confederazione sindacale sarda che insieme a Consumatori Sardegna, Comitato scuola-città, Sardegna Pulita, l'associazione Adiquas e Carlofortini preoccupati fa parte del nuovo Comitato - La decisione finale arriverà per decreto il 15 dicembre. Non possiamo aspettare. Abbiamo già contattato il presidente della Regione, deve far sapere che il popolo sardo dice no a questo progetto che potrebbe cancellare il referendum del 15 e 16 maggio del 2011 che ha sancito la volontà della maggioranza dei sardi di opporsi al conferimento di scorie nucleari e radioattive in Sardegna". Il Comitato evidenzia come il rischio sia concreto. "Oggi con l'approvazione dello sblocca Italia la legislazione è cambiata in peggio e la competenza esclusiva per quanto riguarda i controlli e le autorizzazioni relative all'ambiente è stata accentrata su Roma - denunciano gli attivisti - Il governo nazionale potrebbe quindi non tenere conto dei pareri della Giunta e del Consiglio regionale sia in materia di trivellazioni sia rispetto alla localizzazione dei depositi delle scorie nucleari". Ma il Comitato avverte: "Dovranno passare sui nostri corpi prima di obbligarci a subire questo disastro ambientale".
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