Che bello quando spunta una banconota da un vecchio cappotto rimasto nell'armadio. Ecco, questa è la storia di un ritrovamento molto simile: solo che il vecchio cappotto è un Piano di rinascita, la banconota vale 90 milioni di euro, e a ritrovarla è stata la Regione.

Sembra assurdo, ma dal 1999 lo Stato non aveva mai pagato l'ultima rata del Piano approvato cinque anni prima. Quasi vent'anni di ritardo per un saldo avvenuto solo nelle scorse settimane, dopo una "mini-vertenza entrate" aperta dall'assessorato regionale al Bilancio.

Novanta milioni che ora la Giunta utilizzerà per pagare vecchi debiti, e di cui nessuno si ricordava più: non certo il debitore, ma a dire il vero neppure il creditore, ossia la Sardegna. Per qualche motivo non era mai stata chiusa la contabilità di quel Piano, che prevedeva in origine 910 miliardi di lire per aiuti alle imprese isolane e per la mobilità.

IL CASO - In realtà, l'amministrazione statale aveva una buona scusa per non pagare: la Regione non aveva mai presentato il rendiconto finale del programma.

"Incredibile ma vero, nessuno se n'era mai preoccupato", commenta l'assessore Raffaele Paci: la mancanza è emersa circa due anni fa, mentre i tecnici dell'assessorato passavano al pettine fitto tutti i conti correnti regionali per un'attenta "pulizia" finanziaria.

Per accertare che restava da riscuotere la tranche del 1999 del finanziamento, l'assessorato ha dovuto ricostruire l'intero Piano. Poi è partito il confronto con la Ragioneria dello Stato per ottenere il riconoscimento del credito. La relazione di chiusura del programma e la richiesta di saldo dei 90 milioni sono arrivate a fine 2016 al Cipe, che lo scorso 10 luglio ha riconosciuto il diritto della Regione e autorizzato il pagamento.

IL PROGRAMMA - È curioso, oggi, rileggere le finalità per cui nel 1994 la legge nazionale numero 402 aveva stanziato 910 miliardi di lire per la Sardegna: "Recupero delle situazioni di crisi e sostegno dei livelli occupazionali nelle aree maggiormente colpite", con agevolazioni per imprese dei settori turistico-alberghiero, industriale, trasporti e dei servizi alla produzione.

Una parte rilevante riguardava la mobilità. Allora si parlava di "contiguità" territoriale, non ancora di "continuità": la legge ipotizzava un accordo di programma tra Regione, ministero dei Trasporti e operatori pubblici e privati, per "un sistema di trasporto integrato, intermodale e interconnesso con quello della penisola", attraverso "specifici contratti di servizio". Ed era prevista una parte sull'Isola nel programma decennale dell'Anas per la viabilità e nei progetti delle Ferrovie dello Stato. Sarebbe facile, ora, ironizzare su quanto quei problemi siano stati risolti.

Altra curiosità: anche quel Piano di rinascita mise in luce la tendenza dello Stato a lesinare persino i soldi promessi. Nel 1995 un'altra legge nazionale si riprese 17,1 miliardi, portando il totale finale a 892,9 miliardi di lire pagabili in sei rate annuali. L'ultima, quella da 174,3 miliardi del 1999, è quella appena riscossa.

I CONTI - "Scoprire tutto questo - spiega Paci - è stato possibile grazie al lavoro di ripulitura dei conti che rientra in un'operazione trasparenza che vogliamo portare fino in fondo, per lasciare in ordine le casse regionali. Un grande risultato di due anni di duro lavoro, per il quale ringrazio i miei uffici".

La Giunta ha destinato i 90 milioni insperati (aggiungendone altri 60) al pagamento delle cosiddette perenzioni, i vecchi debiti della Regione verso gli enti locali e le aziende. "Soldi che daranno ossigeno al sistema economico della Sardegna", riprende Paci: in molti casi si tratterà di dare il dovuto a imprese che hanno già eseguito le opere a esse appaltate.

Soprattutto, elenca l'assessore, "interventi di riqualificazione urbana, contro la dispersione scolastica e per la promozione della lettura, piani di edilizia residenziale pubblica, strade, emergenza idrica, opere fognarie, eliminazione delle barriere architettoniche dagli edifici pubblici, internazionalizzazione delle imprese".

Alla fine del 2017, calcola Paci, "i debiti perenti ancora da pagare saranno un miliardo e 100 milioni": più che dimezzati rispetto ai 2,7 miliardi che gravavano sui bilanci della Regione tre anni e mezzo fa, all'inizio della legislatura.

Giuseppe Meloni

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