La Sardegna si dimostra sempre più solidale quando si tratta di trapianti: il 2022 è stato l’anno record in Italia (+3,7% rispetto al 2021) e la Sardegna si è dimostrata una regione molto virtuosa, terza con un indice del 66% a fronte di una media nazionale del 59%.

Mentre in Italia c’è ancora un 30% di contrari alle donazioni, in Sardegna il tasso di opposizione è più basso, al 22%.

Tutti dati emersi in Consiglio regionale, dove oggi si è celebrata la prima Giornata della donazione e del trapianto di organi e tessuti istituita con una legge a novembre 2022. Perché il 24 febbraio? È la data in cui nel 2004 in un tragico incidente aereo sui monti di Sinnai morirono tutti i componenti dell’equipe di cardiochirurgia del Brotzu. Trasportavano un cuore destinato a un trapianto salvavita da eseguire a Cagliari.

Il direttore del centro nazionale dei trapianti Massimo Cardillo spiega che «il sistema trapianti cresce continuamente. Ha superato le difficoltà legate al Covid meglio di quanto è avvenuto in altri Paesi europei. Anche nei primi mesi del 2023 si registrano dati confortanti con un incremento dei trapianti del 30% rispetto allo scorso anno. Non bisogna però dimenticare le difficoltà e si deve lavorare sull'informazione dei cittadini e della loro possibilità di dare il consenso alla donazione degli organi quando rinnovano la carta d'identità».

Conferiti diversi attestati di "Ambasciatore sardo della donazione", alla trapiantata Renata Bacchiddu, a Graziella e Gianfranco Biscu di Oliena, genitori di Mathias morto a 16 anni in un incidente stradale, al giornalista e trapiantato Francesco Abate. Riconoscimenti anche alla scuola "Michele Giua" di Assemini, alle associazioni Aido di Elmas, Aned Sardegna di Iglesias, Odv "Elisa Deiana" di Soleminis e ai comuni di Nuoro, Oliena e Cardedu. 

(Unioneonline/L)

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