Nasce la Rete oncologica regionale. Nessun sardo nella cabina di regia: è polemica
Il piano: uniformità di cure per chi vive in ogni parte dell’IsolaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Gli obiettivi sono: l'uniformità delle cure per tutti i sardi, perché chi vive in un piccolo paese deve poter usufruire dello stesso percorso di chi sta a Cagliari o a Sassari; percorsi diagnostici terapeutici assistenziali standard; tempi giusti per ogni step, dalla prevenzione alla riabilitazione; l'eliminazione delle prenotazioni via Cup e l'intervento dei Cas, che si occupano della presa in carico globale dei pazienti, con tutti gli aspetti clinici, psicologici, sociali e amministrativi.
Nasce così la Rete oncologica regionale targata Bartolazzi, presentata ieri durante un convegno a Cagliari organizzato da Federsanità. Ma il decreto di nomina dei componenti degli organi che ne fanno parte sta sollevando un mare di critiche. Perché c'è una cabina di regia, formata da quattro esperti, nessuno sardo. E ancora una volta sono in molti a leggere in questa scelta una svalutazione da parte dell'assessore delle capacità dei professionisti che operano negli ospedali dell'Isola, ricordando anche che non troppo tempo fa, aveva definito il Businco (il Polo di riferimento regionale per i tumori) «un ologramma».
I luminari incaricati sono: Paolo Ascierto dell'Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli; Giuseppe Curigliano della Statale di Milano e dello Ieo; Michele Maio del Centro Santa Maria delle Scotte di Siena, Paolo Marchetti dell'Idi-Irccs di Roma.
Oltre che dalla cabina di regia, la Rete sarà formata dal Cor (l'autorità centrale che definisce i processi e governa i collegamenti fra le diverse strutture del territorio, con i funzionari dell'assessorato e tutti gli oncologi dell'Isola); un comitato tecnico operativo coordinato da Giulia Gramignano (della Asl del Medio Campidano) e composto da sette medici: Alessio Cogoni (Oncologia ospedaliera), Francesco Atzori (Pdta), Michele Boero (Diagnostica); Giovanni Caocci (Ematologia), Nicola Cillara (Chirurgia oncologica), Maria Cristina Santona (Centri di accolgienza e supporto) e Valeria Pusceddu (Rapporti con le società scientifiche); un comitato scientifico (che supporta il Cor nelle scelte tecniche e organizzative, guidato da Antonio Macciò); un Molecolar Tumor Board.
La perplessità del sindacato Anaao Assomed
Sulla vicenda prende posizione anche il sindacato dei medici Anaao Assomed. «Rimaniamo perplessi che non ci sia nessun sardo nella cabina di regia regionale, costituita da eminenti professori che arrivano da ospedali italiani di eccellenza, che però sicuramente non hanno la conoscenza delle problematiche regionali, e diventa difficile pensare che il loro valore scientifico possa essere utile nella riorganizzazione della rete oncologica sarda», si legge in una nota.
Il sindacato plaude «al coinvolgimento degli ospedali spoke e del territorio, che sono punti necessari e non demandabili della rete, ma non capiamo come non siano presenti in numero adeguato i colleghi dell’oncologico, centro di riferimento regionale per l’oncologia. Auspichiamo che questa sia solo la prima fase di un coinvolgimento di tutti gli attori che attivamente garantiscono l’assistenza oncologica in Sardegna, e vedremo favorevolmente la fusione del Comitato Tecnico Operativo con il Coordinamento Oncologico Regionale».