West Nile, rischio altissimo nell’Oristanese: «Serve un piano d’emergenza»
Vertice fra Provincia, sindaci, Asl e associazioni di categoriaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nell’Oristanese il rischio West Nile è altissimo e, dopo i primi due casi della stagione nell’Isola, «serve un piano d’azione straordinario».
È la richiesta emersa nel vertice con sindaci, Asl, associazioni di categoria e forze dell’ordine.
«La prevenzione al momento è l’unica arma ma servono più risorse, mezzi e un coordinamento da parte della Regione», ha osservato Battistino Ghisu, amministratore straordinario della Provincia.
La responsabile del servizio Igiene pubblica della Asl Valentina Marras sostiene che «è indispensabile la prevenzione e proteggersi dalle zanzare che possono trasmettere il virus». E proprio la lotta agli insetti è il primo passo.
«Nonostante la carenza di risorse e di personale, la Provincia sta effettuando regolarmente gli interventi di disinfestazione» ha precisato il dirigente Raffaele Melette. A gennaio erano partiti i trattamenti larvicidi con prodotti biologici, ora si va avanti contro le alate ma sembra una lotta impari. «Le condizioni climatiche di questa estate, con sbalzi di temperatura, hanno favorito la proliferazione degli insetti» aggiunge.
La situazione è critica, in particolare in alcune zone come Torregrande e le aree a ridosso del Tirso.
«Abbiamo in campo 26 disinfestatori ma ne servirebbero altri dieci – ha osservato Ghisu – servirebbero maggiori risorse, chiediamo il sostegno della Regione in questa fase così delicata». Si pensa a un progetto sperimentale per la campagna antilarvare e «stiamo ipotizzando una sorta di cordone sanitario per le risaie che, nelle vicinanze dei centri abitati, aumentano ovviamente i rischi».
Piena disponibilità dalle associazioni di categoria. «Non possiamo certo attribuire l’aggravarsi della situazione ai risicoltori – ha esordito Paolo Corrias, presidente provinciale di Coldiretti – possiamo sensibilizzare gli operatori ma dobbiamo confrontarci con esperti, comunità scientifica, Regione e Ministero per trovare strumenti efficaci».
Anche il presidente regionale di Confragricoltura Paolo Mele ha insistito sulla necessità di «un piano mirato, con un coordinamento di vertice per cercare di arginare l’emergenza. Servono soluzioni condivise».