Samuele Schirru è un bel maschietto di 3 chili e 68 grammi ed è il primo nato del 2024 all’ospedale “Nostra Signora di Bonaria” di San Gavino Monreale.

Il bebè è venuto alla luce ieri alle 9.11 con un parto spontaneo per la gioia della mamma Laura Murru di Villamar, 32 anni e del papà Matteo, 39 anni, originario di Barumini: «Siamo felicissimi – spiega con emozione il padre – Samuele è il nostro primo figlio e gli auguriamo ogni bene e ogni felicità».

L’unità operativa di Ginecologia di San Gavino – diretta da dottor Antonio Campiglio - è un punto di riferimento per il territorio del Medio Campidano, ma anche per i territori della Trexenta e dell’Oristanese.

Il 2023 si è chiuso con un calo delle nascite di circa l’8% in linea con la media nazionale e dovuto anche ai lavori di ristrutturazione e ammodernamento del reparto. Si sono registrati infatti 326 parti rispetto ai 355 del 2022 ed ai 420 dei 2 anni precedenti. A far risaltare la qualità del Reparto parlano comunque i dati riguardanti gli indicatori di qualità dell’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali).

«Nel 2022 – spiega il primario Antonio Campiglio - l’unità operativa di ginecologia dell’ospedale ‘Nostra Signora di Bonaria’ di San Gavino ha avuto la miglior percentuale tra gli ospedali sardi in fatto di tagli cesarei primari (14.8%) ed il maggior numero di parti vaginali nelle donne che avevano già subito precedentemente un taglio cesareo (17.8%). C’è da rimarcare il fatto che il reparto ha ottenuto anche nel 2023, come per gli ultimi 3 anni, il riconoscimento del Bollino Rosa da parte della Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della Donna e di genere) per i servizi offerti dal reparto alle donne del territorio, e che è stato recentemente consegnato a Roma a dicembre».

«L’Unità operativa di ginecologia – aggiunge Antonio Campiglio – si è distinta anche in tema di chirurgia ginecologica dei difetti del pavimento pelvico, campo nel quale eccelle per il ventaglio di offerte terapeutiche e diagnostiche che offre ormai da 4 anni a centinaia di pazienti che giungono anche da altre province».

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