Dopo due anni di pandemia ritorna a essere svolta in presenza la tradizionale Marcia della Pace, giunta alla 36esima edizione. L’appuntamento è il 29 dicembre alle 17 a San Gavino Monreale per una manifestazione organizzata dal Comitato promotore della Marcia, insieme alla delegazione regionale Caritas Sardegna, alla Caritas diocesana di Ales-Terralba, al Centro di Servizio per il Volontariato Sardegna Solidale, all’unità pastorale e al Comune di San Gavino Monreale.
Il raduno sarà alle 17 nella centrale piazza Marconi su cui si affaccia la chiesa di santa Chiara. A seguire, alle 17.30 si svolgerà la fiaccolata silenziosa lungo via Roma verso la chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù. In seguito si terrà la veglia di preghiera per la pace (nella stessa chiesa) presieduta da padre Roberto Carboni, vescovo di Ales–Terralba durante la quale ci saranno alcune testimonianze di pace dal territorio, tra cui quelle delle comunità ucraine. 
L’iniziativa vedrà anche la presenza del comitato promotore della Marcia, delle istituzioni locali, delle associazioni, delegazioni delle Caritas diocesane e della Caritas Sardegna, del mondo della scuola e del volontariato. Il tema “Nessuno può salvarsi da solo” riprende il messaggio  di Papa Francesco per la 56ma giornata mondiale della Pace del primo gennaio 2023 in cui il Pontefice  sottolinea come la solidarietà e fraternità siano le risposte alle emergenze provocate dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, una «sconfitta per l’intera umanità».
«Il tempo della pandemia - spiegano i componenti del Comitato promotore - ci aveva sollecitato a cercare risposte condivise ai problemi sanitari, alla solitudine delle persone, alla mancanza di lavoro, ma ora il continuo rumore dei cannoni ci sprona a chiedere ancora una volta che si cerchino soluzioni pacifiche alle controversie internazionali con la testimonianza del nostro camminare insieme. Anche la nostra terra di Sardegna continua a soffrire problemi endemici: la mancanza di lavoro, l’abbandono scolastico, il ruolo marginale delle donne nella società, l’inverno demografico, la carenza di infrastrutture, le dipendenze».

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