Dopo la partecipazione alla Cop27 di Sharm El-Sheikh e alla Cop28 a Dubai, il Programma Interreg Next Med – di cui la Regione Sardegna è Autorità di Gestione – prende parte alla Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici Cop29 di Baku, in Azerbaigian, iniziata lunedì e in corso fino al prossimo 22 novembre. Per Interreg Next Med è previsto un programma ricco di appuntamenti alla Cop29, con eventi organizzati in diverse sedi, tra cui il padiglione del Mediterraneo, quello della Spagna, della Francofonia e quelli dedicati a Mobilità Climatica e Alimentazione. Inoltre, Interreg Next Med parteciperà a un evento ufficiale promosso dalla Presidenza dell’Unfccc sulla 'Just Transition' (Transizione Giusta).

La partecipazione di Interreg Next Med alla Cop29 mira a sensibilizzare la comunità globale sui cambiamenti climatici in atto nel Mediterraneo e a esplorare soluzioni concrete, affrontando temi cruciali come l’economia circolare, la gestione sostenibile delle risorse naturali, la sicurezza alimentare, lo sviluppo delle competenze verdi e il ruolo dei giovani nell’azione climatica. La Cop29 offrirà anche l’opportunità di presentare il nuovo bando Interreg Next Med di prossima uscita. Con una dotazione di 83,6 milioni di euro, questa ambiziosa iniziativa si propone di finanziare progetti per la transizione verde volti a rafforzare la capacità di adattamento agli impatti del riscaldamento globale e a promuovere la resilienza climatica nell'area mediterranea.

«I recenti eventi drammatici nel Sud Sardegna e nella regione di Valencia, che hanno causato gravi danni economici e perdite umane», ha commentato la presidente della Regione, Alessandra Todde, «sottolineano la vulnerabilità dei nostri territori a condizioni meteorologiche sempre più estreme. L’emergenza climatica va affrontata con una forte azione collettiva per accelerare gli investimenti nelle soluzioni a zero e basso impatto ambientale, con l’obiettivo di ridurre in modo drastico le emissioni prodotte dalle attività umane. Interreg Next Med, unendo gli sforzi di attori provenienti da 15 diversi Paesi, può diventare un modello di riferimento per la sostenibilità ambientale e la resilienza climatica nel Mediterraneo».

(Unioneonline/r.sp.)

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