La situazione delle liste d’attesa non migliora di una virgola. Nonostante le risorse mirate, gli incentivi ai medici, gli accorgimenti per allungare un po’ i momenti delle erogazioni (scarsi, a dire il vero, perché in linea generale nel weekend è praticamente tutto chiuso), nonostante l’avvio delle misure volute dalla legge nazionale per aggredire l’incubo, i pazienti sardi hanno sempre molte difficoltà di accesso alle cure. E la riforma del Cup, il Centro unico di prenotazione, annunciata nei giorni scorsi, è appena partita: ci sarà una gara d’appalto per un servizio nuovo e molto più efficiente, ma prima di un anno almeno non ne vedremo i risultati.

Le prestazioni complessive erogate ai sardi, dal pubblico e dal privato convenzionato, sono crollate. In cinque anni, un milione in meno: erano 8.058.407 nel 2019, sono scese a 7.039.344 nel 2024.

I dati

Fare una colonscopia è una vana speranza. Nella Asl di Cagliari – monitoraggo di marzo scorso – le prime disponibilità previste sono: 617 giorni al Santissima Trinità, 559 giorni al San Marcellino di Muravera, 444 giorni al San Giuseppe di Isili.

Per una visita cardiologica si può attendere anche 211 giorni; per una visita endocrinologica 401 giorni; per una pneumologica 311 giorni; per una Tac dell’addome completo 224 giorni; per una risonanza dell’encefalo 554 giorni; per una risonanza della colonna cervicale, toracica, lombosacrale 230 giorni.

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