I giudici decideranno nelle prossime ore, ma forse servirà ancora qualche giorno, se concedere la libertà condizionale a Beniamino Zuncheddu, condannato all’ergastolo e da 33 anni in carcere per la strage di Cuili is Coccua a Sinnai, dove vennero uccisi tre pastori, nel 1991.

Il tribunale di sorveglianza di Cagliari, presieduto dalla giudice Cristina Ornano, si è riservato di decidere al termine dell’udienza alla quale ha preso parte anche il 59enne che da sempre si proclama innocente.

All’uscita Beniamino Zuncheddu ha detto che sarebbe andato subito al lavoro per poi tornare di sera in carcere, visto che gode della possibilità di uscire dalla cella di Uta per poter lavorare.

Mentre in tribunale si teneva l’udienza, all’esterno si è svolta una manifestazione a cui hanno preso parte tantissimi concittadini di Burcei, paese d’origine del detenuto.

Oltre all’avvocato Mauro Trudu, difensore di Zuncheddu, alla manifestazione hanno partecipato anche Irene Testa, garante regionale delle persone private della libertà personale, Maria Grazia Caligaris dell’associazione Socialismo diritti e riforme e il sindaco di Burcei, Simone Monni. Presenti anche don Ettore Cannavera e il cantante Piero Marras.

Tutti chiedono che Beniamino Zuncheddu, diventato ormai un simbolo e sostenuto anche dal partito radicale, venga rimesso in libertà.

A Roma nel frattempo si sta celebrando il processo per la revisione della sentenza presso la corte d’appello, dopo la proposta dell’allora procuratrice generale di Cagliari, Francesca Nanni.

Al termine dell’udienza nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni: «In questo momento delicato - hanno detto soltanto Trudu e Testa - vogliamo rispettare i giudici che si sono riservati di diecidere».

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