«Stiamo affilando le armi e difenderemo le nostre prerogative». Così la governatrice Alessandra Todde torna a commentare l’impugnazione da parte del Governo Meloni della legge regionale sulla riorganizzazione della sanità della Sardegna. 

Un’impugnazione che la governatrice – a margine di un convegno nella sede della Fondazione di Sardegna per la presentazione del "Rapporto Letta" – definisce «politica».

«Quando non si entra in merito della legge, ma si entra nel merito della politica, cercando di politicizzare ancora di più la sanità, siamo davanti a un percorso che non ci deve vedere complici. Per questo porteremo le nostre prerogative davanti alla Corte costituzionale», afferma Todde, secondo cui la legge sulla sanità «rappresenta una sfida importante» che ha l’obiettivo di abbattere le lunghe liste d’attesa e che «deve portare tra sei mesi (quindi dopo i commissari, ndr) ad avere dei direttori generali che rappresentino veramente un cambio di passo».

Proprio i commissariamenti delle Asl, però, continuano a far discutere, anche all’interno della maggioranza, con il Pd che ha contestato merito e metodo delle nomine.

Oltre al peso dell'impugnazione, è anche sulle nuove voci del contratto che si alimenta ora la polemica. La riforma che avrebbe dovuto essere a costo zero prevede infatti, oltre agli stipendi dei commissari, anche rimborsi delle spese sostenute per viaggio, vitto e alloggio.

(Unioneonline)

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