Esterzili, la fiaccolata per la Pace: «Non è politica, è umanità»
Decine di persone sfilano per Gaza nel piccolo paese della Barbagia: «Restare umani è un dovere»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Candele accese, bandiere della pace e della Palestina e un silenzio pesante, colmo di consapevolezza. Così Esterzili, piccolo centro montano della Barbagia di Seulo, ha scelto di prendere posizione con coscienza, non per provocare, ma per affermare un principio: «Basta massacri, basta guerre».
Dietro l’iniziativa c’è la Pro Loco, che ha deciso di non restare indifferente di fronte a ciò che sta accadendo a Gaza. «È sotto gli occhi di tutti, ogni giorno, ampiamente documentato: non è più solo guerra, è uno sterminio», dicono. E i cittadini hanno risposto: in decine hanno percorso le vie principali del paese, fiaccola alla mano, avvolti nelle bandiere della Pace e di Gaza, uniti sotto un messaggio che chiede un’umanità ritrovata.
«Con consapevolezza, prendiamo le distanze da ogni forma di guerra. Lo sappiamo: ancora oggi, nel 2025, in troppe parti del mondo si continua a morire, a fuggire, a soffrire a causa della violenza dei conflitti», afferma Alice Boi rappresentante della Pro Loco. «Ma sentivamo che, in questo momento storico, fosse doveroso rivolgere una particolare attenzione a Gaza, dove non si parla più soltanto di guerra: è in corso un genocidio, uno sterminio di massa, un’emergenza umanitaria e sanitaria. E non siamo noi a definirlo così: lo dicono i numeri, lo dicono i fatti».
Nessuna illusione che una fiaccolata, in un paese di poche centinaia di anime, possa cambiare le sorti del mondo. Ma un gesto – fosse anche piccolo – può avere un’eco più grande. «Per noi, restare umani significa anche questo: riflettere e far riflettere, sensibilizzare, mandare un messaggio di vicinanza e solidarietà. Non voltarsi dall’altra parte», continua Boi. «In certi momenti storici, prendere posizione è un dovere».
La marcia si è conclusa a Genn ’e Idda, la piazza principale del paese, dove è stato affisso un grande striscione sulla facciata di una casa privata, a cornice dell’unico murale del paese che parla di pace e giustizia.
«In questo spazio ci sarebbe dovuta essere la bandiera di uno stato oppresso, ma a volte anche i colori fanno paura. Stop Genocide», recita lo striscione dove sono state rappresentate anche una colomba con il ramoscello d’ulivo, l’arcobaleno della pace, due mani che sorreggono il mondo.
Dietro quel telo, però, c’è anche una polemica mai esplosa apertamente, ma sussurrata tra i vicoli del paese e le cose mai dette chiaramente.
Il progetto iniziale prevedeva un murale vero e proprio, da realizzare durante la rassegna culturale “Parole, musica e colori” in corso in questi giorni e promossa dalla stessa Pro Loco. Ma l’iniziativa si è scontrata con il regolamento comunale, che vieta “messaggi riferibili a partiti politici o alle religioni” su muri pubblici.
«Solo che per noi tutto questo, la nostra iniziativa, la nostra idea, la nostra posizione non è una semplice questione politica, ma solo una questione di umanità», spiega ancora Alice Boi, che parla a nome di tutta l’associazione: non c’è però dietro alcuna voglia di alimentare scontri, ma nel silenzio della fiaccolata, con le sue luci tremolanti e le sue parole misurate, c’è un paese che ha scelto di esserci.