Dieci anni possono cambiare tutto. Anche lo scenario della pizza, molto diverso rispetto a prima in termini di consumi e di produzione e che nell’Isola fino al 2015 contava buone insegne, ma non ancora capaci, forse, di misurarsi con i grandi nomi del panorama nazionale. Oggi la situazione è completamente diversa, come conferma anche la nuova Guida alle Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso, presentata oggi al Palacongressi Mostra d’Oltremare a Napoli, che premia l’Isola con un numero crescente di locali di altissimo livello.

«È veramente incredibile quanto lo scenario della pizza di alta qualità in Sardegna sia cambiato e migliorato negli ultimi dieci anni», racconta Giuseppe Carrus, tra i curatori della Guida Vini D’Italia e coordinatore regionale per la Guida Ristoranti d’Italia. «Se torniamo indietro rispetto al 2015, c'era uno scenario completamente diverso: tanti posti sicuramente buoni e consigliabili, ma la pizza non era arrivata minimamente ai livelli di oggi».

Un balzo che non riguarda soltanto Cagliari, dove il fermento è evidente e continuo, ma che si estende a tutta l’Isola, fino ai centri più piccoli. «La cosa più bella è che questo fenomeno è avvenuto non solo a Cagliari, che essendo il capoluogo vanta il maggior numero di insegne, ma è avvenuto un po' in tutta la Sardegna, nelle città più grandi, ma anche in alcuni centri molto piccoli».

I tre spicchi e la nuova geografia della pizza

Nella classifica più ambita, quella dei Tre Spicchi, la Sardegna porta a casa quattro premi: Remi a Sassari (93 punti), Framento a Cagliari (92), Bosco a Tempio Pausania (92) e Maiori a Cagliari (91). Pizze molto diverse tra di loro, ma che hanno contribuito a plasmare lo scenario dell’arte bianca nell’Isola e che possono competere, senza timore, con i grandi nomi nazionali. Quattro insegne che testimoniano come l’eccellenza si distribuisca da nord a sud, con stili diversi ma la stessa tensione alla qualità. «Già solo questo fa vedere veramente che i locali sono spalmati un po' in tutta la Sardegna» — sottolinea Carrus.

Ma la mappa della pizza isolana non si ferma qui. Sono infatti moltissime le pizzerie che hanno superato gli 80 punti, la soglia che per il Gambero Rosso segna comunque l’eccellenza. A Cagliari brillano Impasto e Sa Scolla (89 punti), Pomata Bistrot (88), PBread Natural Bakery (87), Sa Matracca (86). Sempre in città compare anche lo storico Federico Nansen (79), con la sua pizza in teglia.

Anche fuori dal capoluogo, la qualità non manca: Acqua e Sale a Sant’Antioco (86), Rubiu Brew Pub sempre a Sant’Antioco (82), Poppy’s a Carbonia (84), Grains a Quartu (82), S’Arzola a Orotelli (82), Tziu Mauriliu a Uras (80) e 12 Pollici a Sanluri (79), altro nuovo ingresso).

Tre le novità assolute che confermano la vitalità del settore: Mamma Mia (85 punti) e Babay (79) a Cagliari e 12 Pollici a Sanluri (79). Sono segnali di un movimento che continua a crescere e rinnovarsi,

«Sono tutte ottime pizze nella loro categoria. E come diciamo sempre, qualsiasi pizzeria che entra in guida, a prescindere dal punteggio finale, significa che per il Gambero Rosso è una grandissima pizzeria» — ribadisce Carrus.

Tradizione e territorio

Il merito di questa evoluzione è anche nella pluralità degli stili. «In guida proponiamo pizze di altissimo livello sia se si rimane sulla tradizione all’italiana, sia se si affronta il difficilissimo compito della pizza napoletana, passando per quelle proposte più contemporanee e innovative» spiega Carrus. Impasti leggeri e digeribili, farine di alta qualità, recupero di grani antichi e ingredienti locali entrano in gioco per raccontare la Sardegna attraverso uno dei simboli della convivialità italiana, che negli ultimi anni ha mostrato una capacità di rinnovamento pari, se non a volte superiore, a quello della cucina.

Oggi, infatti, parlare semplicemente di pizza è quanto meno riduttivo, vista la complessità che si cela dietro un settore sempre più in crescita, Dietro la passione per le pizze d’autore c’è anche un dato economico e culturale che racconta molto. In Sardegna, secondo gli ultimi dati, nel 2024 le famiglie hanno speso quasi 79 milioni di euro l’anno – circa 108 euro pro capite nei dodici mesi – per portare la pizza a tavola e otto sardi su dieci (85,7%) la scelgono regolarmente, confermandola come uno dei cibi più amati.

Da una parte i consumi, dall’altra la produzione: in aumento infatti anche il numero delle imprese artigiane, che nel 2024 erano 1.916 con oltre 3.500 addetti, a testimonianza di un settore vitale che continua a crescere e su cui si vuole continuare a investire.

Non solo pizza

Al di là della pizza in sé, la guida guarda anche al complesso dell’esperienza: dal servizio alla carta dei vini, delle birre e dei cocktail, fino alla qualità dell’ambiente. «Oramai le pizzerie sono posti che sanno anche accogliere» — continua Carrus — «Hanno piatti, bicchieri e un tovagliato di tutto rispetto, pur rimanendo come è giusto che sia dei posti informali e popolari». Ed è proprio questa combinazione – grandi pizze, ospitalità curata, contesti informali – a rendere la Sardegna di oggi una terra di riferimento anche per chi arriva in viaggio. «Se oggi qualcuno ci chiede dove andare a mangiare una pizza, che sia a Cagliari, Sassari o in piccoli paesi, possiamo riuscire a dargli veramente tanti buoni consigli». E questa è già una vittoria, al di là di punteggi e spicchi.

  • Remi - Sassari 93
  • Framento - Cagliari 92
  • Bosco - Tempio Pausania 92
  • Maiori - Cagliari 91
  • Impasto - Cagliari 89
  • Sa Scolla - Cagliari 89
  • Pomata Bistrot - Cagliari 88
  • PBread Natural Bakery - Cagliari 87
  • Sa Matracca - Cagliari 86
  • Acqua e Sale - S. Antioco - 86
  • Mamma Mia - Cagliari 85 (nuovo ingresso)
  • Poppy’s - Carbonia 84
  • Rubiu Brew Pub - S. Antioco 82
  • Grains - Quartu 82
  • S’arzola - Orotelli 82
  • Tziu Mauriliu - Uras 80
  • Federico Nansen -Cagliari 79
  • Babay - Cagliari 79 (nuovo ingresso)
  • 12 Pollici - Sanluri 79 (nuovo ingresso)

(Unioneonline)

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