Prendo spunto dalla richiesta di censura all’Ordine dei Giornalisti a opera di una fazione politica per le notizie e le inchieste del Gruppo editoriale – L’Unione Sarda, Videolina, Radiolina e sito web – riguardanti l’assalto indiscriminato e devastante per il paesaggio della Sardegna.

Le accuse (false) rivolteci sono per tono e contenuto denigratorie per il lavoro delle nostre redazioni giornalistiche ma, soprattutto, offensive per l’intelligenza delle decine di migliaia di persone che hanno firmato la legge Pratobello’24. Questa si propone, semplicemente, di fermare lo scempio in corso del nostro paesaggio, lasciando da parte le appartenenze politiche e unendosi convintamente nella difesa del bene prezioso da salvare: il paesaggio.

È soprattutto per il rispetto dovuto alle persone che hanno voluto firmare la legge - nonostante i disagi sofferti anche in fila sotto sole o pioggia - che mi sento in dovere di rispondere, pubblicamente, agli estensori della richiesta censoria perché si conoscano fatti e comportamenti, sia di istituzioni sia di protagonisti pubblici.

La confutazione delle accuse (false) rivolteci spiegano compiutamente anche le ragioni per le quali abbiamo assunto una linea editoriale costante e determinata di contrasto alla speculazione energetica selvaggia in danno della Sardegna.

Sulla richiesta di censura all’Ordine.

“Signori di Sinistra Futura,

la vostra richiesta di esplicita censura all’Ordine dei Giornalisti, terminata con l’archiviazione, esprime livore e risentimento per giornale, giornalisti, caporedattore di punta, staff di direzione, direttore e sottoscritto editore de L’Unione Sarda.

Sulla scomposta lamentazione circa il mancato rispetto del dovere deontologico ha già risposto, oltre l’Ordine, il Comitato di Redazione, legittimati a parlare di deontologia professionale più e meglio di un partito politico, fazioso per definizione.

Il travisamento della nostra posizione editoriale, che emerge dal vostro documento, lascia aperte domande implicite e rende necessario rispondere, confutando le accuse scomposte, false e poco educate e che esulano dal legittimo diritto di critica.

Ciò per informazione e orientamento di lettori e firmatari della legge Pratobello’24.

Intanto il metodo. È quello tipico dei soviet post rivoluzione russa per neutralizzare i dissidenti del regime: accusa (falsa), processo, condanna del malcapitato. Oggi, per tentare di neutralizzare l’informazione dissidente, la procedura è simile, anche se meno brutale: accuse (false), richiesta implicita di istruttoria (processo), istanza esplicita di censura (condanna) all’Ordine dei Giornalisti, scambiato per organismo censorio tipico delle dittature in questo tutte uguali, da quelle comuniste a quelle fasciste. La richiesta censoria sottintende forse l’aspirazione nascosta a cambiare, per coerenza, l’acronimo RAS (Regione Autonoma della Sardegna), in RSS (Regione Sovietica della Sardegna).

Sulle false accuse

L’accusa secondo la quale la recente campagna di stampa non sia fondata su dati reali denota ignoranza (nel senso di non conoscenza) sia (i) dell’attività ultradecennale di questo giornale sul tema dell’assalto eolico e fotovoltaico al paesaggio della Sardegna, sia (ii) dell’impianto normativo nazionale e regionale sottostante.

Sul primo punto: da almeno due decenni il giornale lancia l’allarme sul rischio di devastazione paesaggistica da pale eoliche a terra e a mare e da pannelli fotovoltaici su suolo agricolo. Lo testimoniano le migliaia di pagine pubblicate, a vostra disposizione nella sede del quotidiano. Ma anche, senza sconti per le diverse colorazioni politiche, su scorie nucleari; fanghi fognari rivenienti da altre regioni; territori soggetti a servitù militari bombardati e sbudellati da esercitazioni di guerra; cessioni delle banche sarde e impoverimento dell’economia isolana; tentativi imprudenti di cessione della ricca società di gestione dell’aeroporto di Cagliari ecc. Procurare vantaggio agli altri in danno di noi stessi è un esercizio frequente, in Sardegna, tanto che prenditori e predatori non pongono limiti a impudenza e arroganza, forti della sponda di connivenze locali e della rassegnazione e assuefazione al sopruso di noi sardi. Forse tutto ciò vi è sfuggito, ma potete rimediare consultando i nostri archivi.

L’accusa che dopo anni di silenzio omertoso della stessa Unione rivolgete a questo giornale riguarda più voi, aspiranti censori: non ci sono molte vostre tracce in difesa della Sardegna. Le inchieste giornalistiche sull’assalto speculativo al paesaggio dell’Isola, a vostro dire ossessive e grottesche, sono fondate su dati, norme e comportamenti che ai diversi livelli hanno contribuito a esporre l’Isola alla compromissione del paesaggio, come raccontiamo con la cronaca e come la Storia giudicherà.

Fatti, norme e comportamenti

Sul secondo punto: ecco di seguito i fatti, che da sempre, prima o poi, sovrastano le chiacchiere e le bugie.

1- I guai della Sardegna iniziano con il famigerato Decreto Draghi nr. 199 del 2021, ministro Cingolani, viceministri Todde con delega specifica alla Transizione Ecologica e Pichetto Fratin. Tra le “perle” di quel decreto le aree non idonee (a ospitare gli impianti), possono per magia diventare idonee! Smentite, se vi riesce.

2- I guai continuano con il secondo Decreto Draghi del 2022 specifico per la Sardegna, con il quale le prescrizioni del primo si fanno anche più stringenti. E’ stato impugnato dalla Giunta Solinas su stimolo delle inchieste di questo giornale. Smentite, se vi riesce.

3- Il 13 marzo 2022 L’Unione Sarda è uscita in edizione straordinaria e copertina dal titolo S.O.S. Sardegna, con cui abbiamo denunciato l’assalto speculativo con mappa dell’Isola, numeri di pale a terra e a mare e pannelli fotovoltaici sulle nostre campagne (fonte Terna, mica inventati). Impianti sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico di 20 milioni di abitanti (noi siamo meno di 1,6 milioni, in continua riduzione). Smentite, se vi riesce.

4- Il 26 giugno 2024 L’Unione Sarda è uscita ancora in edizione straordinaria e nuova copertina con cui abbiamo denunciato la crescente aggressività dell’assalto speculativo: le richieste di connessione (ancora fonte Terna, mica inventate) sono arrivate all’assurda pretesa di installare fino a 57,67 GW di eolico e fotovoltaico, sufficienti a soddisfare il fabbisogno di energia per ulteriori 30 milioni di abitanti, e così per oltre 50 milioni complessivi (noi sempre meno di 1,6). Smentite, se vi riesce.

5- Nella Conferenza Stato-Regioni Unificata del 7 giugno 2024, ministro Pichetto Fratin, la Presidente Todde, e/o suo delegato, ha accettato, in applicazione del decreto Draghi sopra citato, di consentire di realizzare in Sardegna GW sufficienti a soddisfare fabbisogni energetici di oltre 6 milioni di abitanti (noi sempre meno di 1,6, siamo). Stabilisce anche, quell’intesa, che 6,2 GW è il livello minimo, dicasi minimo, lasciando aperta la possibilità di incremento ulteriore, senza un limite. In quella stessa sede sono stati assegnati, per esempio, in spregio alla proporzionalità: Sardegna 6,2 GW (per meno di 1,6 milioni abitanti); Campania 3,9 GW (con 5,6 milioni di abitanti); Veneto 5,7 GW (con 4,8milioni di abitanti); Lazio 3,9 GW (con 5 milioni di abitanti); Lombardia 8,6 GW (con 10 milioni di abitanti). I numeri parlano da soli, come sempre, a dispetto delle chiacchiere. Nell’occasione è stato sdoganato anche l’eolico a mare, ed enormi quantità di pale e di pannelli stanno qui sbarcando. Smentite, se vi riesce.

6- La vostra legge regionale nr. 5 del 3 luglio 2024 non ha fermato l’iter autorizzativo dei progetti presentati; non ha fermato le installazioni, nemmeno quelle che non hanno ancora compromesso il territorio; non ha adottato mappe di riferimento, nemmeno quella commissionata dalla stessa Regione alle università sarde, nelle quali le aree idonee sono l’1,2% del territorio e le non idonee il 98,8%, già autorevolmente definite, senza ulteriori indagini costose e perditempo; i 18 mesi di divieto per la realizzazione di nuovi impianti lasciano aperto l’iter autorizzativo a una valanga di progetti, che arriveranno; non ha posto alcun divieto di esproprio di terreni privati sotto la copertura di “per pubblica utilità” per devastare terreni e paesaggio - cioè: io Regione sarda porto via a te sardo per darlo a uno speculatore, peraltro non sardo, perché col tuo terreno si arricchisca. Già successo con la giunta Solinas! - configurando una vergognosa aberrazione giuridica per la lesione del diritto di proprietà; scaduti i 18 mesi nessun funzionario pubblico potrà impedire a quei fortunati predatori (chi vincerà alla lotteria?) l’installazione dei nuovi impianti nel frattempo autorizzati senza rischiare di pagare ingenti danni. Smentite, se vi riesce.

7- E’ apprezzabile l’affermazione di essere fieramente impegnati a tagliare le unghie alla speculazione. Bene, siamo d’accordo tutti, o quasi. Ma, finora, cosa avete fatto, voi firmatari della richiesta di censura? Chiacchiere, accompagnate da una normetta che dice di fermare la speculazione che invece tollera, fatta per poter dire che è in corso il taglio delle unghie agli speculatori. I quali le stanno tranquillamente affilando e ne sentiremo presto i graffi dolorosi. Se foste stati tanto bravi nello scrivere quanto bravi in orale le avreste già tagliate, sia a quelli sia ai conniventi locali. Smentite, se vi riesce.

8- Lamentate una campagna di stampa ossessiva e a tratti grottesca che punta a costruire artificiosamente un nemico (la giunta sarda). Signori politici, siate seri, almeno in questo momento drammatico per le sorti della Sardegna: vi si mostra la luna e ve la prendete col dito che la indica. Fuor di metafora: vi rappresentiamo lo scempio delle bellezze paesaggistiche in corso e futuro e voi pontificate sciattamente su L’Unione Sarda che ve lo indica, lo scempio! Noi non abbiamo avuto pregiudizi verso la vostra area politica né vogliamo abbattere questa Giunta, come si racconta: trattasi, sembrerebbe, di paranoia. Non avremmo altrimenti favorito con i nostri media il dibattito garantendo uguale visibilità, durante la recente campagna elettorale, a tutte le espressioni della politica sarda come riconosciuto anche dal mondo di sinistra. Smentite, se vi riesce.

9- E’ diventato di moda, nel mondo della faziosità politica, alludere, quando carenti di argomenti seri, a interessi palesi e occulti al di fuori del diritto alla trasparenza che si deve a chi legge. Per informazione e orientamento vostro e dei vostri mandanti più o meno occulti e altolocati: né L’Unione Sarda e le partecipate, né alcuna delle mie aziende hanno, direttamente o indirettamente, interessi palesi o occulti, come sembrate affermare, in nessun ambito del business energetico: no gas, no pale, no pannelli, no biomasse, no idroelettrico, no moto ondoso, no idrogeno ecc. Ho già risposto compiutamente sul tema anche alla Presidente e non mi ripeto. Smentite, se vi riesce.

Il paesaggio da difendere

Il nocciolo della questione, vera, dirimente, di cui sono consapevoli i Firmatari della Pratobello’24, e noi con loro, è se vogliamo o no la rovina di questo pezzo di paradiso in terra, verso cui, divenuti adulti e responsabili, siamo tutti debitori. Tutto qui. Siamo chiamati a difendere oggi, non domani, e insieme, il paesaggio dall’assalto speculativo, devastante e indiscriminato, per preservarlo come bene prezioso per il valore estetico a conforto dello spirito: invito anche voi a guardare e godere la vista degli orizzonti marini, oggi ancora liberi: un giorno non lontano potrebbero cambiare, come è cambiato il profilo di molte campagne e colline. E preservarlo come bene prezioso per il valore economico che esprime, in ragione della contenuta disponibilità rispetto alla domanda di fruizione. Il nostro paesaggio è una risorsa scarsa, nel senso di limitata, di inestimabile valore economico. Ed è di proprietà della Comunità sarda, non dei novelli colonizzatori.

L’editore

Vi chiedete: perché l’editore, l’imprenditore Zuncheddu, detta la linea apertamente scrivendo in modo ossessivo e ripetitivo sulle pagine del suo giornale? Chiedo io: vi piacerebbe forse dettare la linea editoriale de L’Unione Sarda e impedirmi di scrivere sulla questione più delicata e importante per la Terra dove sono nato? Non faccio parte del mondo politico, divisivo per definizione, a cui ho talvolta rinunciato, dove spesso si fa ciò che conviene alla fazione di appartenenza piuttosto che alla collettività. Vi sfugge, e me ne dispiace, che possa essere il senso del Dovere Morale a guidare le azioni delle persone, quella postura sulle grandi questioni per le quali se sei consapevole del danno incombente, potendo fare quanto in tuo dovere non puoi stare a guardare mentre accade l’irreparabile. E’ così vero che, in tanti, stanno facendo prevalere il senso del Dovere Morale sull’appartenenza politica, come testimoniato dalle decine di migliaia di persone che accorrono a firmare la Pratobello ’24.

Fanno ciò che sentono di dover fare per difendere la Sardegna in un momento storico cruciale, dimostrando consapevolezza che, a tacer d’altro, saremo rinchiusi in un recinto di ferro a mare alto da 300 a 380 metri. Da 25 anni, da che sono editore, ho scritto 4 editoriali sulla speculazione energetica.

Non mi sembra di essere stato né ossessivo né ripetitivo. Rispetto, tuttavia, la vostra opinione e spero possiate, informandovi meglio, cambiare idea.

La linea editoriale

Quella de L’Unione Sarda non è una linea a senso unico. Basti pensare agli 1,1 milioni di contatti quotidiani certificati dei nostri media che raccontano della credibilità e autorevolezza riconosciute ai nostri giornalisti, ampiamente meritate. Trovo perciò particolarmente ingiuste e volgari le accuse gratuite verso L’Unione Sarda, che informa in modo onesto, libero e condiviso dei gravi rischi che corre la Comunità sarda.

Quelle accuse sono lesive della vostra dignità come persone e come esponenti dell’Assemblea Legislativa, Istituzione sacra che giganti della sinistra qui nati mai avrebbero umiliato e mortificato con la scomposta richiesta censoria, pur nel dissenso. Giganti della sinistra come Antonio Gramsci, Renzo Laconi, Emilio Lussu, Enrico Berlinguer, Andrea Raggio, Emanuele Sanna e, in ultimo, Luigi Cogodi, per citarne solo alcuni, la cui intelligenza politica avrebbe impedito la devastazione in corso nell’Isola.

Per amore o per convenienza

Permettetemi quindi un suggerimento: ispiratevi a ideali e valori, anche identitari, di quei giganti della vera e nobile sinistra. Siete lì, avete il potere di fermare l’assalto speculativo e avete ormai poco tempo. Non lasciate che proprio la sinistra, cui dal nome sembrate appartenere, consenta la speculazione selvaggia. Non tergiversate, andate decisi e determinati sull’obiettivo, senza preoccuparvi di chi preme perché non facciate, o che facciate finta di fare, così da rendere l’assalto irreversibile. E date spazio a sindaci, consiglieri comunali e comitati che hanno a cuore i loro territori, angosciati di vedere città e paesi compromessi dallo scempio paesaggistico. Esercitate il potere legislativo esclusivo datoci dai Padri Costituenti nel 1948 con l’art. 3, lettera f) dello Statuto in materia urbanistica che alcun governo o giudice ha mai potuto contrastare. Siete lì, nel posto giusto e nel momento giusto: fatelo. Fatelo per amore verso la vostra Terra, dunque per Dovere Morale; o fatelo per convenienza, per non vedervi attribuita in futuro la responsabilità di quanto si va prospettando. Neppure i vostri figli vi applaudirebbero.

Fatelo facendo vostra la legge di iniziativa popolare che sindaci e comitati vi consegneranno. Fatelo incentivando le rinnovabili compatibili con la tutela del paesaggio: pannelli fotovoltaici sui tetti di case, capannoni, fattorie, laboratori artigianali, edifici pubblici e industriali, parcheggi; e idroelettrico, moto ondoso, biomasse, idrogeno ecc. Ci sono già esempi positivi: Borutta è comunità energetica autosufficiente; Benetutti è smart city; Mandas avrà l’idrogeno per la mobilità.

Noi ve ne daremo atto e vi ringrazieremo, insieme alla gran parte della Comunità sarda”.

Sergio Zuncheddu

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