«La fame non è un’arma», il mondo agricolo sardo si mobilita per Gaza
E donare il corrispettivo di un’ora di lavoro per sostenere le attività umanitarie in PalestinaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un’ora di lavoro. È questo il gesto con cui i lavoratori e le lavoratrici dell’agroalimentare in Sardegna vogliono tendere la mano alla popolazione palestinese di Gaza, schiacciata da mesi di guerra, fame e distruzione. Un piccolo sacrificio per dire no alla fame come arma di guerra e sì alla solidarietà che parte dalla terra.
È questo il cuore del progetto “Pane per Gaza”, promosso dalle segreterie regionali di Uila Uil, Fai Cisl, Flai Cgil, che ha visto la partecipazione di dirigenti e rappresentanti sindacali del comparto agricolo e florovivaistico sardo.
L’iniziativa invita lavoratori, imprese e strutture sindacali a donare il corrispettivo di un’ora di lavoro per sostenere le attività umanitarie promosse da organizzazioni come Emergency, Save the Children e il Patriarcato latino di Gerusalemme, attive nella Striscia di Gaza.
«La fame non può essere considerata un’arma – hanno dichiarato i segretari regionali Gaia Garau (UILA), Bruno Olivieri (FAI) e Valentina Marci (FLAI) – e siamo convinti che un’iniziativa come questa non solo possa portare aiuti concreti a chi è allo stremo, ma rappresenti anche un messaggio forte del nostro settore contro la barbarie e per la pace».
Il confronto sindacale è stato anche l’occasione per discutere del rinnovo del Contratto Nazionale degli operai agricoli e florovivaisti e del Contratto Regionale degli impiegati del settore agricolo.
Tra i temi emersi: la necessità di aumenti salariali, maggiore tutela sociale e copertura per le giornate lavorative perse a causa dei cambiamenti climatici, che sempre più spesso colpiscono l’agricoltura sarda.
Le tre sigle sindacali hanno infine lanciato un appello alle organizzazioni datoriali e alle aziende del comparto, invitandole a fare la propria parte, eguagliando le donazioni dei dipendenti e contribuendo attivamente alla raccolta fondi.
(Unioneonline/Fr.Me.)