I cinque operai dell'ippodromo di Sassari potrebbero essere i prossimi.

In quindici anni sono passati dal contratto a tempo pieno a quello part-time, e adesso rischiano di perdere la busta paga.

Gli ultimi in ordine di tempo in un comparto ormai ridotto all'osso, una di quelle industrie senza ciminiera che in Sardegna sono morte nel silenzio generale, senza manifestazioni di piazza né sindacati riuniti al tavolo.

Fino all'inizio del nuovo millennio erano 13 mila i lavoratori del settore ippico: fantini, allevatori, maniscalchi, artieri, addetti al trasporto, veterinari, coltivatori di avena.

Come quindici Alcoa, come il triplo delle tute blu nel Sulcis dei tempi buoni.

Oggi ne sono rimasti 2 mila. Macerie. Un disastro se si pensa che un tempo tutta l'economia che ruotava attorno al cavallo incideva quasi per il 10 per cento sul prodotto lordo della zootecnia. Ora non vale nemmeno la metà.
© Riproduzione riservata