Incubo Tirrenia, in 4000bloccati a Civitavecchia
"Trattati come bestie". Due volte in due giorni. In 1.800 venerdì, altrettanti ieri. Perché i motori della Clodia non vanno e la compagnia ferma la Civitavecchia-Arbatax-Cagliari. Vacanzieri sparigliati su altri tre traghetti. Due arrivano a Olbia. Intanto la Capitaneria di Porto di Cagliari fa sapere che la Clodia è partita nella notte, il suo arrivo a Cagliari è previsto per le 18 di questo pomeriggio. In rivolta anche i politici.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
OLBIA Tutti a terra. Di nuovo. Lasciati a terra dalla Tirrenia. In 1.800 venerdì, altrettanti ieri. Un esercito di vacanzieri (e non solo). Perché la Clodia coi motori in panne non si muove da Civitavecchia. Niente Arbatax e poi Cagliari. Per la seconda volta in due giorni. Ma adesso è caos.
STESSO COPIONE Sembrava una fatalità. Con la compagnia che continuava a ripetere di aver mandato i tecnici da Genova, in aereo, da due giorni. Per fare in fretta a riparare i motori che si accendevano, ma si surriscaldavano. Invece il guasto resta, la Tirrenia non risolve nulla e un'altra corsa salta. Sempre la stessa: la Civitavecchia-Arbatax-Cagliari. Quella che venerdì, ha costretto 1.800 passeggeri a un incubo di ventiquattro ore prima di sbarcare nell'Isola. «Uno schifo: tenuti in ostaggio fino all'alba, sulla Clodia ferma in porto». Poi li hanno sparigliati in tre navi. Due, la Shardan e la Nuraghes, fanno rotta a Olbia. Oggi sarà uguale.
PRIMA ODISSEA Le 16 sono passate da nove minuti, all'Isola Bianca: ventisette gradi e poco vento, il sole che continua a pungere. Mille macchine nella stiva, a bordo in tremila. Non un racconto che suoni diverso, tanto da sembrare un'invenzione. Non una licenza poetica che ci starebbe pure dopo la beffa. Ieri Vincenzo Di Giacomo, 52 anni, accento romano e casa a Tertenia, è stato il primo a toccare terra. Barbetta e passo svelto: «Ci hanno lasciato senz'acqua, senz'aria condizionata e coi bagni luridi. Sono salito sulla Clodia alle 19. Prima hanno detto che si partiva alle 20,30, anziché alle 18,30. Poi alle 24, poi all'una di notte. È finita che alle sei di mattina siamo dovuti riscendere». Simona e Giada Simone, sorelle viterbesi di 28 e 22 anni, due giorni fa alle 11 e mezzo hanno ricevuto un sms dalla Tirrenia. «Annunciavano quattro ore di ritardo. Ne abbiamo fatte venti di più. E quando abbiamo chiesto acqua al bar, ci hanno risposto: “Se ve la offriamo gratis adesso, dopo pretendete gelato e panino”». La rabbia non ha bisogno di urla: «Quelli che sono entrati in cabina, alle sei credevano di essere in Sardegna. Peccato che fossimo ancora a Civitavecchia».
LA RABBIA Gli zaini sulle spalle sembra costringano a guardare basso. Invece sono i musi lunghi a fare la differenza. Bernardette Ambrosio, 28 anni, a Tortolì l'ha portata il pullman, ieri (la Tirrenia ne ha noleggiati sei): «Ci hanno trattato come bestie. Eppure abbiamo pagato». Lei come Elisa ed Emanuele Faraone, 30 e 35 anni, niente macchine al seguito, piuttosto un passeggino con bimba di tre anni e mezzo: «Sono spariti tutti, l'altra notte. Incredibile, ma vero». Nancy Podimane, 49 anni, italiana nata in Australia, aveva il biglietto per Cagliari: «Io non capisco perché in questo Paese si tenga il mistero anche su un guasto. D'accordo, un'avaria può succedere in tutte le navi del mondo. Ma che lo dicano, che informino. Bisognava fare la rivoluzione per comprare una bottiglia d'acqua. No, non credo che su una Tirrenia mi vedranno ancora».
IL SECONDO VIAGGIO È ormai l'alba di sabato, quando sulla Clodia non c'è più nessuno. Monica Infuso, 42 anni, napoletana emigrata a Parigi, non ci può pensare: «Quelli col distintivo Tirrenia ne sapevano meno di noi. Disinteresse totale. Nessuno che si batteva con energia per conoscere la verità». Natale Falco, piemontese di Cuneo, deve raggiungere la moglie a Cagliari. Ha settant'anni e un labrador al guinzaglio. Arriva sotto il pullman e l'autista gli dice: “Il cane non può salire”». Lui nemmeno risponde, poi dice: «Certo che Tea sale con me, ci mancherebbe».
POLITICI IN CAMPO Ieri sera, ancora non si sapeva della beffa-bis, quando la Tirrenia è finita nel mirino della politica. «La Regione chieda alla compagnia i danni arrecati all'immagine turistica della Sardegna». Suona così l'incipit di Michele Cossa, vicepresidente del Consiglio nonché coordinatore sardo dei Riformatori. «Il fatto grave - scrive - è che la compagnia utilizza sempre le navi più lente e soggette ad avaria per la rotta Civitavecchia-Arbatax-Cagliari. È quella assistita dai proventi della continuità territoriale, quindi in regime di monopolio». Mauro Pili, deputato Pdl, ha già mandato un'interrogazione al ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. Perché «apra un'indagine immediata sui ripetuti guasti che da mesi si verificano sulle navi Tirrenia». Guasti «sospetti», per il parlamentare che mette sotto la lente le dichiarazioni «inquietanti rese da un socio della compagnia (“ora bisogna puntare alla svendita, non avendo come primo obiettivo quello delle rotte e dell'occupazione”)». Pili non ci sta: prima di tutto «vanno verificate le tariffe applicate in regime di continuità territoriale».
ALESSANDRA CARTA