Nella sua cucina, nascosti in un cassetto, i militari hanno inoltre rinvenuto alcuni reperti archeologici di diverse epoche, in gran parte di scarso valore commerciale, alcuni oggetti di epoca nuragica, una pipa settecentesca, monete e frammenti di vasellame di epoca romana tardo imperiale. L'artigiano è stato rinchiuso nel carcere di San Daniele.

LA STORIA - L'incidente fasullo è l'escamotage più classico, perfino abusato, per imbrogliare le assicurazioni. Ma in Ogliastra sarebbe nata una vera e propria organizzazione che - tesi della Procura - avrebbe fatto molto di più: come per magia, auto da rottamare tornavano fiammanti (solo sulla carta), i proprietari ne denunciavano il furto e intascavano sostanziosi indennizzi. Non solo. Sotto sequestro sono finite denunce di sinistri datate dicembre 2010. Ovvero, pratiche che riguardano incidenti ancora non avvenuti.

INCHIESTA E BLITZ I sospetti sul vorticoso giro erano nati già nel 2004, con un'indagine aperta a Nuoro dall'allora sostituto procuratore del capoluogo barbaricino, Mariangela Passanisi. E ora che le carte sono passate alla Procura di Lanusei, l'inchiesta rischia di diventare un terremoto: ieri i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Lanusei, al comando del capitano Dario Pini, e il personale della polizia stradale di Nuoro, coordinato dal dirigente Antonio Pigozzi, ha passato al setaccio decine di abitazioni, uffici e officine a Lanusei e Ilbono, in esecuzione di decreti di sequestro preventivo emessi dai pm Domenico Fiordalisi e Daniele Rosa. Al vaglio incidenti sospetti e atti degli ultimi sei anni.

UN ESERCITO DI INDAGATI Gli indagati già raggiunti da informazioni di garanzia sono una settantina e venticinque di loro devono fronteggiare un'ipotesi di reato da brivido: associazione a delinquere finalizzata a truffe, estorsioni, simulazioni di reato, false testimonianze e false fatturazioni. Tra di loro c'è anche un personaggio eccellente, Bernardo Piroddi, di Ilbono, sub agente delle assicurazioni Generali-Toro e consigliere provinciale eletto con una valanga di voti nelle file dell'Udc. Proprio nei giorni scorsi l'esponente centrista aveva accusato un assessore di averlo calunniato addensando su di lui sospetti per attentati e minacce commessi a Ilbono.

NEL CICLONE Piroddi su quel fronte si è sempre mostrato tranquillo, ma ora è chiamato a difendersi da altri sospetti. Gli inquirenti, che ieri mattina hanno sequestrato documenti nella sua agenzia di Ilbono, gli attribuiscono «un ruolo di assoluto rilievo», per le sue «consulenze sulle procedure in uso alle assicurazioni, fondamentali per la buona riuscita dei raggiri». Consulente «fondamentale» dell'organizzazione sarebbe stata anche un'altra assicuratrice, Valeria Mereu, di Lanusei, sub agente della compagnia Liguria. In sostanza Piroddi e Mereu avrebbero dato il loro contributo alla banda che, secondo la tesi della Procura, sarebbe stata costituita, organizzata e promossa da alcuni pregiudicati di Ilbono. Si tratta di Antonello Piroddi, carrozziere, Bruno Ferrai, Claudio Coda e Massimo Marongiu, tutti operai. L'officina di Antonello Piroddi è descritta come un autentico crocevia dei traffici illeciti. Secondo i pm l'artigiano fatturava lavori mai eseguiti, reperiva mezzi danneggiati che i suoi complici avrebbero assicurato per poi metterli sulla scena di incidenti fasulli, mai avvenuti, oppure per farli sparire simulandone il furto. Secondo gli inquirenti il pregiudicato non avrebbe esitato a intimidire e minacciare i periti incaricati dalle assicurazioni di compiere verifiche sugli incidenti denunciati. A eseguire le truffe, ingaggiando persone disponibili e gestendo le pratiche assicurative, sarebbero stati Ferrai, Coda e Marongiu.

I “MANOVALI” Accanto ai promotori dell'ipotizzata associazione a delinquere, secondo gli investigatori, si muovevano altri personaggi. Oltreché Bernardo Piroddi e Valeria Mereu, gli assicuratori coinvolti, avrebbero retto il gioco un carrozziere di Ilbono, Mario Antonio Depau, e molti amici degli indagati principali, compiacenti nel mettere a disposizione mezzi e fantasia per rendere credibili gli incidenti fasulli. Per questo motivo sono sotto inchiesta, sempre per associazione a delinquere, Mauro Chiai, Diego Mameli, Alessio Meleddu, Antonio Murru, Cristian Sodde, Luca Aretino, Matteo Prunas, Michelangelo Tangianu, Nando Tangianu, Mauro Scattu, Giovanni Battista Usai, Gianni Luigi Cardia, Rahal Hamouch, Nando Loi, Bruno Sodde, Orlando Sodde, Daniele Pistis, Luigi Urrai e Fabio Sodde. Quest'ultimo, figlioccio di Bernardo Piroddi, è sotto processo da tempo come presunto autore delle scritte minacciose contro il pm Domenico Fiordalisi.

FALSI E TRUFFE Un autentico esercito di indagati minori è sospettato di singoli episodi di truffa. Tra i personaggi di secondo piano anche persone anziane, intestatarie di auto usate per le simulazioni, che si proclamano all'oscuro di tutto. Sarà ovviamente il prosieguo dell'inchiesta a dover chiarire ogni cosa. Gli indagati (alcuni sono difesi dagli avvocati Marcello Caddori, Giorgio Murino e Paolo Pilia) respingono gli addebiti. ( r. nu. )
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