Il detenuto falegname chiede e ottienel'aumento del salario: dodicimila euro
Dodicimila euro di arretrati. La richiesta del detenuto falegname è stata accettata dal ministero della Giustizia che ha riconosciuto - per la prima volta a un detenuto sardo - gli adeguamenti della cosiddetta mercede.I detenuti sono lavoratori come tutti gli altri. E hanno diritto a un salario adeguato agli indici del consumo e alle modifiche dei contratti collettivi nazionali.
Così, un detenuto che nel giugno scorso ha finito di scontare una condanna a 26 anni per omicidio plurimo ha ottenuto per via giudiziaria un importante riconoscimento: 12.000 euro di adeguamento del salario percepito per il lavoro di falegname a Buoncammino. Davanti alla citazione a giudizio per i crediti dal lavoro maturati negli ultimi cinque anni (il resto era ormai prescritto), il ministero della Giustizia ha scelto la strada della transazione.
È la prima volta che l’amministrazione penitenziaria riconosce a un detenuto sardo gli adeguamenti della cosiddetta mercede.
L’azione giudiziaria è stata promossa dagli avvocati Renato Chiesa e Pierandrea Setzu, legali dell’associazione Casa dei Diritti, per conto di Giovannino Carta che, nel 1993, era stato condannato a 26 anni di carcere per l’omicidio della moglie e del figlio, il 26 dicembre 1991 a Uras.
Da quanto è stato rinchiuso nel carcere di Buoncammino il detenuto ha sempre lavorato come falegname ed è stato retribuito. Però la commissione ministeriale che deve procedere agli adeguamenti delle retribuzioni non si riunisce dal 1993: dunque, da allora gli stipendi dei detenuti non sono più stati adeguati.
Tre anni fa l’amministrazione penitenziaria è stata citata davanti al Tribunale del lavoro e la causa si è conclusa con una transazione. Ora lo stesso Carta proporrà una nuova azione giudiziaria per i lavoro svolto dal 2007 al giugno 2010 quando ha riconquistato la libertà.