Il destino di 29 case cantoniere della Sardegna è nelle mani di Sergio Mattarella. O di chi per lui. Perché si chiama “Ricorso straordinario al Capo dello Stato” quello presentato dagli avvocati della Regione contro il bando dell’Anas di marzo 2021 per l’assegnazione degli storici immobili costruiti (e abbandonati) lungo le principali strade dell’Isola. Ma a decidere davvero, con un parere vincolante, saranno i giudici del Consiglio di Stato.

LO SCONTRO. La battaglia giudiziaria è in atto, a colpi di contestazioni e integrazioni. Intanto, la procedura è paralizzata. Da un anno e mezzo. E edifici che sulla carta erano destinati a diventare hotel, ristoranti o infopoint per turisti, continuano a cadere a pezzi. L’idea non era male. Peccato che non avesse fatto i conti con lo Statuto sardo, con il suo rango costituzionale a tutela delle prerogative della Regione.

IL PIANO. Nel 2020 Anas aveva condotto una sorta di indagine di mercato: è emerso l’interesse per quelle strutture che alla società di gestione delle strade non servono più. Anzi, sono un costo. Così ecco che l’anno dopo in Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il bando per l’assegnazione: sul mercato erano state immesse 100 case cantoniere da rimettere a nuovo e essere affidate in concessione, per produrre reddito a chi se le sarebbe aggiudicate. Quasi un terzo delle strutture è in Sardegna, la stragrande maggioranza lungo la Orientale sarda. Potevano essere trasformate in “attività ricettive di qualità e funzioni complementari come ristorazione, bar o punti di ristoro, centri informativi e didattici, stazioni per la ricarica dei veicoli elettrici”. Insomma, c’era un grande piano di riqualificazione da affidare ai privati.

LO STATUTO. Ma l’Anas si era dimenticata, pare, di un punto cruciale: tutti i beni di proprietà statale che non assolvono più alle loro funzioni, in terra sarda, e non sono più utilizzati, per Statuto, articolo 14, devono passare in mano alla Regione. Quindi la Spa delle strade non poteva fare business su immobili che dovevano entrare nel patrimonio dell’ente di governo della Sardegna.

IL RICORSO. Ed è su questo punto che hanno fatto leva i legali di viale Trento, quando hanno presentato il ricorso davanti a Mattarella. “Lo Statuto speciale stabilisce, all’articolo 14, primo comma”, si legge nell’atto depositato a Roma, “che la Regione, nell’ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo”. Questo il cuore del documento: da qui la richiesta di annullamento dell’intera procedura. Da quando è stato presentato, è passato quasi un anno e mezzo. L’esito? Ancora da scrivere, fanno sapere da Anas: La procedura “è stata temporaneamente congelata in attesa degli esiti del ricorso straordinario al Capo dello Stato presentato dalla Regione Autonoma della Sardegna”. Autonoma, appunto.

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