"In Sardegna la macchina della giustizia è ingolfata, perché l'aumentato arrivo dei migranti costringe a un lungo e complesso lavoro gli operatori che si trovano ad affrontare una enorme quantità di dati".

Lo ha detto il presidente vicario della Corte d'Appello, Antonio Onni, nella relazione introduttiva all'inagurazione dell'anno giudiziari questa mattina al palazzo di giustizia di Cagliari.

L'altra grave causa della lentezza della macchina giudiziaria (oltre 43mila procedimento pendenti di fronte a un considerevole sforzo degli operatori con la produttività aumentata del 10%) è da ricercare nei buchi negli organici degli uffici e nel sostanziale fallimento dell'introduzione delle nuove tecnologia; ci sono pochi computer e non tutti li sanno usare, tanto che molti operatori preferiscono ancora la carta.

Secondo Onni, inoltre, la prescrizione ha avuto un effetto "scoraggiante" (44,7% dei procedimenti al tribunale di Tempio) e la nuova differenziazione tra "droghe leggere" e "droghe pesanti" nei processi legati agli stupefacenti ha finito con il produrre numerose cancellazioni di processi.

Rita Dedola, presidente dell'ordine degli avvocati cagliaritani, ha definito quello di Cagliari un "tribunale di frontiera" in relazione al carico di lavoro per l'arrivo die migranti.
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