Il convegno sulla legalità che si è svolto questa mattina presso il teatro La Cupola di San Teodoro è stato un importante momento dedicato al ricordo di una della pagine più nere della storia italiana. L’evento dal titolo “Capaci oltre 30 anni dopo”, organizzato dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’Istituto comprensivo, ha permesso alla cittadinanza e ai ragazzi della scuola media, di ascoltare il racconto della strage di mafia in cui, nel 1992, persero la vita il Magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e 3 uomini della scorta.

A parlare con i piccoli teodorini c’erano l’agente Luciano Tirindelli ed il capo-scorta Giuseppe Sammarco, due dei 21 uomini della squadra Q.S.15 che proteggeva il giudice siciliano, e che solo per una causalità non erano in servizio quel tragico 23 maggio di trentuno anni fa.

«Non erano lì quel giorno ma da allora hanno dedicato la loro vita a divulgare la cultura antimafia», ha commentato la sindaca di San Teodoro, Rita Deretta, in apertura del convegno. In rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri erano presenti il Capitano di Siniscola, Fabrizio Borghini e il Capitano della Tenenza di San Teodoro, Fabiano Mulas, nonché i rappresentanti della Guardia di Finanza di Siniscola e della Croce Rossa Italiana. A precedere l’intervento dei due agenti, il Questore di Nuoro, Alfonso Polverini, che ha dichiarato: «E’ un dovere morale essere qui in quanto rappresentate dello Stato e in quanto poliziotto. Il futuro sono i ragazzi e a loro dobbiamo spiegare cosa significa vivere nella legalità affinché scelgano da che parte stare».

Tra i momenti più toccanti della mattinata la lettura, da parte del delegato comunale all’istruzione Gianluca Seazzu, di un messaggio da parte di Claudia Loi, sorella di Manuela Loi, la poliziotta sarda della scorta di Paolo Borsellino che perse la vita nella strage di via D’Amelio, il 19 luglio del ’92.

Dagli inizi della carriera fino all’adesione volontaria alla scorta Falcone, i due agenti Tirindelli e Sammarco hanno ripercorso i momenti salienti in cui la loro vita si è intrecciata con quella del magistrato siciliano. A lui hanno dedicato la loro vita professionale come agenti della scorta, prima, e come divulgatori della cultura della legalità, dopo. A chiusura del suo intervento, e prima di rispondere alle domande del pubblico e degli alunni della scuola, il capo scorta Sammarco ha mostrato la penna che porta con sé da 31 anni, quella che Giovanni Falcone teneva in tasca quando morì e con la quale Sammarco ha firmato tutti i mandati di arresto degli esecutori materiali della strage di Capaci. «Mi piace pensare – ha detto - che Falcone anche da morto li ha arrestati lo stesso».

A fine mattinata il pubblico e i ragazzi si sono spostati all’Istituto comprensivo dove è stato inaugurato il murales dedicato a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino ed Emanuela Loi, i volti simbolo della legalità e della lotta alle mafie che l’equipe del Servizio Educativo Territoriale Comunale ha scelto insieme ai ragazzi. Il “Muro della legalità”, su cui hanno firmato anche i due agenti della scorta di Falcone, rappresenta il culmine di un progetto coordinato dall’educatrice Luisa Brotzu, che ha visto i piccoli teodorini protagonisti di tutte le fasi: dall’ideazione del bozzetto, alla stesura sulla parete, fino alla realizzazione del murale e alle scelta della frase di Giovanni Falcone: «Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola».

Il pomeriggio è stato infine dedicato al tema dell’inclusività con l’evento “Le regole del gioco: tutti in gioco per l’inclusione” a cura dell’associazione ASD Speedysport. Un importante momento di condivisione della cultura dello sport come mezzo per favorire l'autostima individuale e che ha visto i ragazzi dell’Istituto comprensivo di San Teodoro al fianco degli atleti della Speedy Sport per un torneo multidisciplinare di pallavolo, calcio ed atletica leggera.

© Riproduzione riservata