Questa mattina è ripreso a Tempio il processo Grillo per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo norvegese e di una sua amica, che sarebbe avvenuta in una villa in Costa Smeralda. 

Il presidente del Tribunale, Marco Contu, ha dato la parola all’avvocato Mariano Mameli, legale di Edoardo Capitta (imputato con Ciro Grillo, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria).

Video di Andrea Busia

Mameli ha posto subito il problema centrale del processo e delle indagini. Durante l’inchiesta sul presunto stupro del luglio 2019, in particolare nella primissima fase, non è stata mai sentita la vittima con le garanzie dell’incidente probatorio. Mameli ha detto: «La presunta vittima era la prima testimone e doveva essere sentita subito. Per prima, in quest’ aula. Invece sono stati sentiti prima gli altri testimoni. Perché é successo questo? Perché?». Mameli sta insistendo sul punto: «Ci sono elementi inquinanti della genuinità del ricordo».

Mameli parla della condizione del suo assistito: «Edoardo Capitta allena una squadra parrocchiale a Genova e dagli spalti ogni tanto qualcuno gli urla "Capitta stupratore”. Ci sono state e ci sono pressioni esterne pesantissime. È stata messa in gioco l’incolumità delle persone coinvolte». Mariano Mameli ha ringraziato i giudici per la fermezza dimostrata nel respingere le strumentalizzazioni.

L’arringa di Mameli potrebbe durare diverse ore. Non è escluso che oggi il processo possa arrivare a sentenza.

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