Diciotto ponti giudicati opere “incongrue” – ovvero non perfettamente a norma rispetto ai parametri di sicurezza idro-geologica – sono state sequestrate a Olbia, su disposizione della Procura di Tempio Pausania.

Il provvedimento è arrivato dopo che lo scorso gennaio il Procuratore della Repubblica di Tempio Pausania Gregorio Capasso aveva incaricato i Carabinieri del Noe di Sassari di svolgere alcuni accertamenti sulla mancata esecuzione di un piano per la messa in sicurezza sotto l’aspetto del rischio idrogeologico della città gallurese sconvolta il 18 novembre del 2013 da una tragica alluvione, che costò la vita – solo a Olbia – a 13 persone.

"Dalle indagini svolte su tale tragico evento in particolare era emerso che il reticolo di drenaggio che attraversa la città di Olbia era (ed è tuttora) connotato da numerose gravi criticità idrauliche dovute a tratti di larghezza insufficienti rispetto alle portate di progetto, che si acuiscono maggiormente nei numerosi attraversamenti e nei tratti tombati di alcuni corsi d’acqua”, spiegano gli investigatori.

Per questo “all’esito degli accertamenti svolti sulla vicenda, nella giornata odierna i Carabinieri del Noe di Sassari, coadiuvati da quelli del Comando Provinciale di Sassari, stanno procedendo all’esecuzione di un decreto di sequestro su disposizione del Procuratore di Tempio Pausania, di 18 opere incongrue ancora esistenti nel centro abitato, le quali sarebbero già dovute essere state demolite, al fine di garantire la corretta regimazione dei canali e dei corsi d’acqua in caso di precipitazioni: l’esistenza di tali infrastrutture, di fatto, viene dunque tuttora ritenuta condizione di potenziale pericolo per territorio e popolazione locali, oltre ad essere stata individuata quali concausa dei più gravi eventi alluvionali recenti occorsi sia nel 2013 sia nel 2015”, conclude una nota degli investigatori.

(Unioneonline/l.f.)

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