Sarà l’ingegnere informatico Andrea Cappai a effettuare gli accertamenti tecnici sui telefoni (cinque dispositivi, alcuni con sim card) sequestrati dai Carabinieri nelle case della pensionata olbiese Rosa Bechere (sparita nel nulla alla fine del novembre scorso) e delle persone accusate del suo presunto omicidio, Maria Giovanna Meloni e Giorgio Beccu.

Nella memoria dei telefoni ci sarebbero messaggi e chat che riguardano i rapporti tra la presunta vittima e i due indagati. Ma è rilevante anche un’altra circostanza, uno degli smartphone sequestrati sarebbe stato acquistato con il denaro della pensionata e poi finito nelle mani di Maria Giovanna Meloni e Giorgio Beccu. Una delle prove, secondo la Procura di Tempio, dell’appropriazione dei beni della presunta vittima da parte della coppia sotto accusa per omicidio e occultamento di cadavere.

Va detto che in questo momento non c’è nessuna prova della responsabilità di Maria Giovanna Meloni e Giorgio Beccu (difesi dal penalista Giampaolo Murrighile) ma, neanche, della stessa uccisione della pensionata. Sono iniziati a Cagliari i test del Ris sui reperti organici prelevati nelle case poste sotto sequestro dalla Procura. 

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