Corsi di formazione, workshop e incontri con la cittadinanza fino all’avvio di un vero e proprio Sportello antidiscriminazioni. Al Community Hub di Poltu Cuadu è stato presentato stamattina (in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali) il progetto Cities- Cities Initiative Towards Inclusive and Equitable Societies, “Insieme, c’è una bella Differenza", che rappresenta l’ideale prosecuzione di Ita.c.a.,  precedente progetto conclusosi con l’installazione, nella piazza antistante il Municipio, della Porta dell’accoglienza, simbolo della città multiculturale e inclusiva.

«È un progetto che si propone di potenziare le azioni del precedente Ita.c.a. fornendo alla città strumenti di prevenzione e formazione sulle tematiche della discriminazione in tutti i campi», ha introdotto l’assessora alle Politiche sociali, Simonetta Lai, «arrivando, in conclusione, ad aprire uno sportello che possa essere punto di inizio di un momento di confronto per tutti coloro che si sentano discriminati o soggetti di azioni discriminatorie. Vorremmo che questa buona pratica fosse per tutti,  amministrazione, società civile, terzo settore».

Finanziato dal bando Cerv-2023-Equal, Cities si fonda sull’esperienza della Rete italiana Città del Dialogo e vede la partecipazione dei Comuni di Reggio Emilia, Modena, Ravenna, Olbia e Casalecchio di Reno, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, della Fondazione Mondinsieme e di Icei, Ong con sede a Milano che coordina la rete italiana Città del Dialogo.

Il progetto conta inoltre sul supporto di importanti realtà nazionali e internazionali: le regioni Emilia-Romagna e Sardegna, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR), le città di Leuven (Belgio) e Strasburgo (Francia), il Consiglio d’Europa - programma "Intercultural Cities", e le reti delle città interculturali di Spagna, Portogallo e Svezia. Rafforzare il progetto Ita.c.a., rendere la comunità competente sul tema e coinvolgere tutti gli attori locali nella creazione di strategie contro le discriminazioni sono i principi da cui parte Cities, avviato l’anno scorso e che si concluderà nel 2026.

«Il Comune di Olbia in quanto partner del progetto – ha spiegato Giusy Biosa, referente di Cities e direttrice del Community Hub- avrà le sue attività trasversali alle altre città italiane coinvolte e quelle calate nelle sua realtà, ideate e progettate rispetto alle esigenze peculiari. A partire dai corsi di formazione (12 ore per gruppo) del personale comunale  e delle organizzazioni delle istituzioni della società civile.  La formazione è già iniziata ed è stata una bellissima esperienza grazie alla possibilità di avere un docente d’eccezione come Marco Giusta, massimo esperto nazionale sui temi delle discriminazioni intersezionali; ci ha aiutato a capire come riconoscere la discriminazione e capire questi meccanismi complessi».

Formazione che si concretizzerà nel creare degli “ambasciatori” con il compito di diffondere le buone pratiche e contrastare il linguaggio discriminatorio. Olbia adotterà un Piano delle azioni positive e avvierà lo Sportello che applicherà il Piano ma soprattutto ascolterà e medierà la discriminazione. Un fenomeno che in città, come sottolineato dal dibattito scaturito dopo la presentazione, si riscontra, ad esempio,  nei confronti di stranieri, persone con disabilità o famiglie,  per i quali è complicato trovare un affitto o un lavoro adeguato.

«Occorre intercettare tutte le azioni discriminatorie che provocano sofferenza», ha concluso la Lai, «lavorare anche sul linguaggio scritto e parlato. Lo sportello ci potrà aiutare a superare insieme questi atteggiamenti». 

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