Lo scorso 9 novembre sono iniziati, da parte del Parco Nazionale dell’arcipelago di La Maddalena, gli interventi di “ricucitura”, presso il porto Madonna, di fronte a Budelli, Santa Maria e Razzoli, delle praterie di Posidonia oceanica, un endemismo molto importante per la vita del mare, messo a dura prova non solo da fattori climatici ma anche dall’azione diretta dell’uomo, con gli ancoraggi delle imbarcazioni.

L’attività viene portata avanti da ricercatori dell’Ispra e dell’Università di Sassari, da personale del Parco nazionale e con la collaborazione della locale associazione di Protezione civile. L’intervento rientra nell’ambito del progetto SeaForest Life, cofinanziato dall’Unione Europea, finalizzato a realizzare azioni concrete per la conservazione delle praterie di posidonia, mirando alla diminuzione del loro degrado, attraverso una gestione sostenibile dei campi ormeggi e attività di rivegetazione di aree degradate di prateria.

Gli interventi che vengono operati sui fondali sono per talea, con il recupero delle stesse piantine di posidonia strappate dagli ancoraggi selvaggi, che vengono posizionate tra le maglie di una rete realizzata con materiali biodegradabili (al 100% in fibra di cocco), che permetterà loro, trattenendole, di riaffondare le radici e quindi di ricrescere. La posidonia oceanica ha la capacità di produrre ossigeno e di catturare anidride carbonica.

«Si tratta di un primo intervento - afferma il direttore del Parco nazionale, Giulio Plastina - al quale ne seguiranno altri, appena le condizioni meteo lo consentiranno. L’obiettivo è, una volta realizzato un campo ormeggi nell’area bassa di porto Madonna, di proseguire con questi interventi di ricucitura di posidonia oceanica, in modo tale da contribuire a trattenere il quantitativo di carbonio e quindi contribuire ad emetterne in atmosfera un quantitativo inferiore. Questo aiuterà l’ambiente nel percorso che vuole invertire questi cambiamenti climatici in atto; sono piccoli gesti ma fondamentali per la salvaguardia dei nostri sistemi fragili».

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