“Dopo un percorso che da un paio di anni riguarda migliaia di cittadini e di cittadine della Sardegna, nel mese di settembre depositeremo le firme per la proposta di legge”.

Questo l’annuncio del Comitato impegnato nella petizione per l’inserimento del principio di insularità nella Costituzione italiana riunitosi questa mattina a Olbia.

GLI OSPITI - Nutrito il parterre di ospiti al convegno, organizzato per fare il punto sulla “battaglia” e per ampliare il dibattito sull’insularità a livello europeo.

Da Roberto Frongia, portavoce del comitato, all’europarlamentare Stefano Maullu, passando per Maria Antonietta Mongiu, Michele Cossa, Giovanni Pileri, Francesco Lai Sindaco di Loiri, il sindaco di Berchidda Andrea Nieddu, quello di Padru. E ancora: Alessandro Sini consigliere di Oschiri, Anna Paola Isoni consigliere comunale di Tempio e l’ex consigliere regionale Matteo Sanna.

PARI DIRITTI - “Al di là di disquisizioni e di distinguo da parte di alcuni non vi è più alcun dubbio che l'idea di un riconoscimento costituzionale è la strada necessaria per ottenere pari diritti e pari opportunità”, si legge in una nota diffusa al termine del’incontro.

“Ogni altra soluzione – prosegue il comunicato - riconferma uno stato di minorità e di sottosviluppo. Abbiamo infatti consapevolezza che l'intervento pubblico in Sardegna, quello a pioggia sempre più attraversato dal risentimento e dall'insoddisfazione, ha minato i fondamentali della cultura di intrapresa produttiva e della responsabilità, rafforzando il clientelismo e la dipendenza dagli aiuti statali e dal ceto politico. Per queste ragioni, oggi, i sardi non chiedono maggiore assistenza pubblica, piuttosto il riconoscimento del principio di insularità nella Costituzione Italiana come condizione irrinunciabile ed equa di un pari diritto di cittadinanza attraverso infrastrutturazioni, materiale e immateriale, che offrano, appunto, pari opportunità di partenza per tutti e valorizzi le risorse umane ed economiche di cui l'Isola dispone”.

I BENEFICI - Il comitato, poi, illustra i benefici che l’inserimento del principio nella Carta porterebbe alla Sardegna.

“Diversi studi evidenziano che in termini monetari, il tempo di percorrenza addizionale necessario per raggiungere il continente via mare costa - rispetto al trasporto via terra - oltre 660 milioni di Euro ogni anno per il trasporto passeggeri e merci, compreso del disagio rappresentato dai tempi d'attesa e dai cambiamenti nella frequenza del servizio. Questo solo dato offre la misura della disparità di opportunità tra i cittadini e le imprese sarde rispetto al resto d'Italia e dell'Europa. Ecco perché è arrivato il tempo di un nuovo racconto della Sardegna e sulla Sardegna per riscrivere lo Statuto Sardo con un rapporto dialettico con lo stato centrale e con l'Europa che ponga immediatamente le basi per un futuro che ci emancipi da uno stato di gregarietà”

Tra i prossimi obiettivi del comitato, oltre alla consegna delle firme, altre due sfide: “verso l'Europa e per la riscrittura della Statuto Sardo”.

(Unioneonline/l.f.)
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