I biglietti, secondo il pm Franca Cabiddu, venivano preparati a casa e poi venduti ai visitatori del Compendio Garibaldino di Caprera. L'incasso non finiva alla Soprintendenza dei Beni Culturali di Sassari, ma alle due persone che avrebbero organizzato il raggiro.

È la contestazione mossa a due operatori del museo garibaldino, Erasmo Spignese e Roberto Palumbo, difesi dagli avvocati Emanuela Provenzano e Vincenzo Macari, imputati in un processo celebrato oggi a Tempio.

La vendita dei biglietti "fatti in casa" sarebbe andata avanti dall'aprile del 2012 al maggio dell'anno successivo.

La Procura di Tempio ipotizza un danno ingente allo Stato. Infatti, sempre stando alla ricostruzione del pm, i visitatori, ignari di tutto, compravano il biglietto contraffatto e i soldi non entravano nelle casse del museo.

Andrea Busia
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