Un uomo completamente allo sbando, schiacciato dai sensi di colpa, con il pensiero fisso al cadavere della vittima gettato come spazzatura in aperta campagna. Un uomo in stato confusionale, armato, in preda al panico forse anche a causa dell’uso della cocaina. Per due settimane Emanuele Ragnedda ha rivisto continuamente gli ultimi istanti di vita di Cinzia Pinna. E stando a indiscrezioni, l’uomo accusato del delitto di Conca Entosa qualche giorno fa avrebbe parlato con delle persone, riferendo del ritrovamento di un corpo nei pressi della sua tenuta.

Frasi confuse che sono apparse deliranti a chi le ha ascoltate, Ragnedda avrebbe anche detto che si chiedeva che cosa ci facesse la persona deceduta vicino ai suoi vigneti.

E ora nelle indagini sull’omicidio della trentatreenne di Castelsardo entra una circostanza estremamente rilevante, ma ancora tutta da verificare. Dentro la casa di Conca Entosa stamattina è stata trovata dai Carabinieri del Ris, come era stato ampiamente annunciato, una sostanza che ha tutte le caratteristiche della cocaina. Saranno effettuati ovviamente degli esami tossicologici.

E c’è anche il tema delle armi: i carabinieri avrebbero sequestrato un caricatore, che si trovava nella casa dello stazzo di Ragnedda, e diverse pistole,  tra le quali ci sarebbe anche quella usata per uccidere Cinzia Pinna.

Emerge anche un altro dato, quello di un atteggiamento disinvolto e superficiale di Ragnedda nell’uso delle armi da fuoco. Va detto subito che l’imprenditore di Arzachena aveva un regolare porto d’armi per uso sportivo e che si tratta di circostanze da verificare. Ma ci sarebbero diversi precedenti che confermano questo elemento: si parla anche di un colpo partito accidentalmente dalla pistola dell’imprenditore, incidente allora concluso senza conseguenze.

Emanuele Ragnedda comparirà probabilmente domani mattina davanti alla gip di Tempio, Marcella Pinna, per la convalida dell’arresto. La pm Noemi Mancini ha ormai un quadro chiaro del delitto; si parla di un litigio violento il cui esito è stato la morte della giovane di Castelsardo. Il difensore dell’imprenditore, l’avvocato Luca Montella, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

La famiglia della vittima, assistita dagli avvocati Antonella e Nino Cuccureddu, attende la convocazione a Sassari per il riconoscimento della vittima.

Video di Andrea Busia 

Emanuele Ragnedda rischia anche una denuncia per calunnia: sono in corso indagini per chiarire la posizione della persona che l’imprenditore ha chiamato in causa per il delitto di Conca Entosa. Il giovane lombardo (assistito dagli avvocati Antonello Desini, Nicoletta e Maurizio Mani) potrebbe essere stato accusato ingiustamente di occultamento di cadavere. 

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