Accolta in pieno la tesi della procura della parte civile, e dunque accettate integralmente dai giudici la posizione e le richieste della vittima, ritenuta «pienamente attendibile, perché le sue dichiarazioni risultano riscontrate».

Questo il primo elemento che emerge dalle 72 pagine delle motivazioni della sentenza di condanna per stupro di gruppo emessa a settembre contro Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta (otto anni) e Francesco Corsiglia (sei anni e sei mesi).

Accolti in pieno dal collegio del Tribunale di Tempio, presieduto da Marco Contu con giudici a latere Marcella Pinna e Alessandro Cossu, tutti gli elementi presentati dall’avvocato Giulia Bongiorno: ricostruzione, dinamica dei fatti, l’elemento psicologico ritenuto fondato.

Fra gli elementi ritenuti centrali, le dichiarazioni rilasciate a più persone dalla ragazza subito dopo la violenza di gruppo subita«Mi hanno violentata tutti» avrebbe detto subito sopo l’episodio all’amica che era con lei, a un’altra amica, alla madre e all’istruttore di kitesurf.

Non solo: Ciro Grillo e i suoi tre amici secondo i giudici avrebbero agito «con una particolare brutalità» sulla studentessa Italo norvegese di 19 anni che poi li ha denunciati. Proprio con riferimento alla violenza di gruppo, condannati non solo Corsiglia ma anche gli altri tre ragazzi perché, secondo quanto evidenziato dalla ragazza e accolto dai giudici, i tre non l’avrebbero lasciata passare per allontanarsi, fungendo dunque da ostacolo e partecipando, di fatto, all’episodio.

Accettato anche, sulla base delle dichiarazioni della vittima, lo stato di minorata difesa: la giovane avrebbe precisato di essere ubriaca e dunque in una posizione di vulnerabilità con i quattro che avrebbero approfittato di lei.

Per quanto concerne il capo b dell’imputazione, l’episodio denunciato dall’altra ragazza con una fotografia e un video a sfondo sessuale realizzati dai ragazzi mentre lei dormiva sul divano, anche in questo caso ci sarebbe evidenza di un contatto fisico ed è stata dunque rilevata dai giudici la violenza sessuale.

LA RICOSTRUZIONE – Nelle 72 pagine depositate i giudici anno ripercorso la vicenda avvenuta nel luglio del 2019 nel residence di proprietà di Beppe Grillo in Costa Smeralda. Quella sera, Ciro Grillo con i suoi tre amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, dopo aver conosciuto la studentessa 19enne insieme ad un'amica le hanno invitate nel residence. Qui, secondo i giudici, sarebbe avvenuta la violenza sessuale di gruppo.

«Il collegio ribadisce la piena attendibilità della persona offesa, la quale, lungi da quanto sostenuto dalla difesa a, fin da principio, reso un racconto immutato nel suo nucleo essenziale mentre, le asserite contraddittorietà evidenziate dalla difesa degli imputati, altro non devono ritenersi se non fisiologiche e dovute alla difficoltà della stessa di ricordare infiniti dettagli di una vicenda peraltro risalente a qualche anno prima rispetto alla sua escussione in dibattimento», scrivono i giudici. «Quanto al carattere violento dei rapporti subiti – si legge ancora – la descrizione della persona offesa esclude senz'altro un'ipotesi di consenso da parte della stessa, dato che si sono consumati in un contesto di costrizioni ed impossibilità di reagire da parte della ragazza che denotano la particolare brutalità del gruppo, coeso fin da principio, e che ha agito in un contesto predatorio e prevaricatorio non tenendo in considerazione alcuna lo stato di fragilità in cui versava la ragazza».

Gli avvocati difensori Enrico Grillo, Andrea Vernazza, Alessandro Vaccaro, Ernesto Monteverde, Mariano Mameli, Gennaro Velle e Antonella Cuccureddu si preparano ora a ricorrere in appello.

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