Il capo di imputazione, della pm di Tempio, Nadia La Femina, parla chiaro. Nell’arco di cinque anni dai conti correnti di Gianluca Vacchi sarebbe sparito quasi un milione di euro e il 1 giugno prossimo il fascicolo per il presunto maxi buco contabile approda davanti al gup del Tribunale gallurese. 

È stata fissata l’udienza nel corso della quale sarà trattato il fascicolo a carico degli ex amministratori di Vacchi, Pietro Oliva, 52 anni, della frazione olbiese di San Pantaleo e della compagna, Stefania Schirru, 53 anni, di Simaxis (provincia di Oristano). I due, difesi dagli avvocati Domenico Putzolu e Maria Caterina Pisano, sono accusati di appropriazione indebita e auto riciclaggio.

Il capo di imputazione è stato definito sulla base di una indagine della Guardia di Finanza di Olbia, partita dopo un esposto dello stesso Vacchi. Secondo la pm di Tempio, gli ex amministratori di Vacchi (imprenditore, dj e influencer notissimo per i suoi balletti) si sarebbero appropriati di circa 911mila euro, dal 2015 al 2020.

I finanzieri, coordinati dal capitano Carlo Lazzari, hanno individuato numerose transazioni e trasferimenti di somme di denaro dai depositi bancari di Vacchi a conti correnti, carte prepagate e Postepay che sono stati attribuiti a Oliva e Schirru. Una parte del denaro sarebbe finita sul conto di una società agricola, con sede a San Pantaleo e intestata a Oliva.

Vacchi, assistito dall’avvocato bolognese, Gino Bottiglioni, sostiene di non avere mai autorizzato i bonifici dai suoi conti. Le persone sotto accusa, che respingono tutte le contestazioni, avevano la disponibilità dei conti per la gestione delle ville e per personale di Mister Enjoy (così Vacchi è noto sui social), a Porto Cervo, Bologna e Miami. A loro volta, Oliva e Schirru, hanno promosso una causa di lavoro a Bologna contro l’imprenditore, chiedendo un risarcimento di 700mila euro. Vacchi è stato denunciato dai due per calunnia, in riferimento al suo esposto sul presunto ammanco, ma la Procura di Tempio ha chiesto l’archiviazione. 

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