La magistratura ha sequestrato preventivamente alcune parti del locale per presunte irregolarità nella realizzazione di strutture adibite a ristorante in un luogo di pregio, ma la festa di apertura del Phi Beach a Baia Sardinia di sabato scorso sembra non aver sofferto dello scossone. Il luogo è di pregio, sì, non c'è dubbio.

Un pregio e una notorietà che il beach club tra i più famosi d'Europa ha contribuito a costruire, al di là di ogni ovvia considerazione sulla bellezza paesaggistica della scogliera che lo ospita in località Tre Monti. Bellezza che ha attratto oltre cinquemila persone per celebrarla durante l'evento inaugurale di stagione.

Sabato, dalle 17 fino a notte inoltrata hanno varcato la soglia del contestato locale milanesi, torinesi, romani, napoletani arrivati in Sardegna solo per l'occasione. A questi si sono uniti i sardi da Cagliari, Oristano, Bosa, Macomer, Alghero, Olbia, Palau e, ovviamente, Arzachena, che hanno intasato per tutta la notte la strada di accesso del locale inserito tra le mete di viaggio di personaggi come Bill Gates.

Alberghi a Baia Sardinia hanno lavorato più del solito, ristoranti hanno aspettato il suo via per aprire. Più che un locale può essere considerato un fenomeno che ha cambiato il modo di divertirsi in costa e che impiega oltre 80 persone in media a stagione, la maggior parte isolane: grandi sponsor, fornitori, ospiti vip (vip di quelli veri), fanno a gara per essere della partita che crea un indotto definito da Giancomita Ragnedda, avvocato del titolare Luciano Guidi, come «un esempio di servizi connessi al turismo senza alcuna speculazione edilizia».

I sigilli bianchi e rossi delle Forze dell'Ordine pesano, ma Guidi si dice «tranquillo e pronto a collaborare al 100 per cento con la Procura della Repubblica per fare in modo che tutto si chiarisca al più presto. Abbiamo agito pensando al meglio, per offrire un servizio senza creare alcun danno». Il contraddittorio è ancora aperto, e non solo con la magistratura.
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