Arte, formazione e inclusione nel carcere “Paolo Pittalis”
Al via il progetto “Teatro Dentro”Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Si intitola “Teatro Dentro” l’iniziativa di arte, formazione e inclusione promossa dalla Casa di Reclusione Paolo Pittalis, l’istituto penitenziario di alta sicurezza di Tempio Pausania.
L’obiettivo è quello di rendere il carcere non soltanto un luogo di custodia, ma anche di crescita, di riflessione e di relazione con la comunità esterna, e progetti come “Teatro Dentro”, che si sviluppa come naturale prosecuzione dell’esperienza di “LiberArte”, nata dalla collaborazione tra l’Amministrazione penitenziaria e il Polo Universitario Penitenziario dell’Università di Sassari, ne sono la testimonianza.
Nell’occasione, la Direzione della Casa di Reclusione ha scelto di coinvolgere la compagnia teatrale Spazio T, coordinata e diretta da Chiara Murru, in una nuova e più articolata progettualità, realizzata in collaborazione con il PUP di Sassari, la Caritas Diocesana e il Museo Organica. Attraverso il lavoro creativo, i partecipanti sviluppano competenze relazionali, comunicative e psicologiche fondamentali nel percorso di reinserimento, dove il teatro diventa uno spazio di libertà interiore, luogo in cui si impara a gestire i conflitti, a trasformare la frustrazione e a riscoprire il senso di fiducia.
Oltre alla dimensione espressiva e drammaturgica, esplorata con la consulenza della docente Loredana Salis dell’Università di Sassari, il laboratorio teatrale punta anche a fornire competenze tecniche – dal costume alla scenografia, dall’illuminotecnica al sound design – spendibili in ambito professionale. Per questo il progetto – finanziato dal Ministero della Giustizia col contributo della Fondazione di Sardegna, del PUP di Sassari e dell’ERSU – prevede laboratori di costume, di illuminotecnica e di sound design condotti rispettivamente dal costumista Fabio Loi, dal tecnico luci Tony Grandi e dal musicista e compositore Mario Garau, più il coinvolgimento della regista e videomaker Laura Piras, a cui è stato affidato il compito di realizzare un audiovisivo sul progetto.
A completamento del percorso, sabato al Museo Organica sarà inaugurata la mostra “Storie di legno e libertà”, che presenta sculture in legno di recupero realizzate da uno dei detenuti coinvolti nel progetto. Le opere, simbolo di una materia che rinasce a nuova forma, rappresentano poeticamente la possibilità di trasformazione e rinascita che l’arte può offrire. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 26 ottobre.