Il Gip del Tribunale di Cagliari, Giampaolo Casula, ha disposto gli arresti domiciliari per l'ex capogruppo del Pdl Mario Diana e per il consigliere regionale dello stesso partito Sisinnio Piras, coinvolti nell'inchiesta bis sull'utilizzo illecito dei fondi destinati ai gruppi dell'Assemblea sarda. Entrambi accusati di peculato, erano finiti in carcere nei mesi scorsi su richiesta di custodia cautelare del pm Marco Cocco. Diana era rinchiuso nel penitenziario di Massama dal 5 novembre scorso. Piras è stato invece arrestato il 18 dicembre.

L'ACCUSA - La cifra che la Procura contesta a Mario Diana - difeso dagli avvocati Mariano e Massimo Delogu - sfiora i 200 mila euro, una parte dei quali utilizzati per l'acquisto di penne Montblanc, libri storici e opere d'arte, o spesi per scopi che l'accusa ritiene non istituzionali. A Sisinnio Piras - assistito da Guido Manca Bitti - viene imputata l'organizzazione, a spese del gruppo, di una serie di convegni su temi di interesse medico sportivo come obesità, sport e salute, tenuti nella palestra della moglie. Sanjust - difeso da Carlo Amat - avrebbe invece pagato coi fondi destinati al Pdl il proprio matrimonio (oltre 20 mila euro), mentre a Onorio Petrini - rappresentato dal legale Mario Garau - viene contestato l'acquisto di coppe d'argento per qualche migliaio di euro. Sia Petrini che Sanjust hanno già proceduto a restituire alle casse della Regione 25 mila euro a testa. La decisione del Gip di concedere i domiciliari a Diana e Piras potrebbe essere propedeutica alla chiusura di questa parte dell'inchiesta, mentre continuano le indagini sulle spese degli altri gruppi dell'attuale e della precedente legislatura.

LO SCENARIO - L'inchiesta-bis della Procura di Cagliari sul presunto utilizzo illecito dei fondi destinati ai gruppi consiliari della Sardegna, secondo quanto reso noto dall'Ansa, sarebbe pronta a vedere stralciate le posizioni di Diana e Piras. La loro posizione, assieme a quella dei consiglieri regionali del Pdl Carlo Sanjust - ora ai domiciliari dopo un periodo di carcerazione a Buoncammino - e Onorio Petrini - solo indagato - potrebbe concludersi con la richiesta di giudizio immediato da parte del pm Marco Cocco che avrebbe dato il proprio parere favorevole alla mitigazione della misura cautelare. Per il momento, specifica l'agenzia di stampa, si tratta solo di indiscrezioni, ma i quattro esponenti politici della maggioranza sono già stati interrogati (anche se Diana si è avvalso della facoltà di non rispondere), condizione che consente al magistrato inquirente di chiudere l'indagine con una richiesta al Gip di giudizio immediato: in pratica si andrebbe direttamente a processo, con la possibilità per gli imputati di scegliere il tipo di rito, ma senza passare per l'udienza preliminare.
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