«Prima della pausa estiva la Sardegna avrà la sua legge sul fine vita e sarà un provvedimento equilibrato». Ne è certa Carla Fundoni, medico e presidente della commissione Sanità, al termine della giornata di audizioni. «Da domani la commissione inizierà la discussione generale», assicura Fundoni, che «terrà conto di tutte le posizioni emerse nel corso di questi lavori preparatori».

Nella seduta pomeridiana di oggi è stato audito il professor Giuseppe Castello, medico e docente di bioetica della Pontificia facoltà della Sardegna. Per Castello, che in premessa ha voluto «sgomberare il campo dall’idea di una visione laica contrapposta a una visione confessionale”, la questione di fondo è rappresentata dall’impostazione che si dà al fine vita e a una legge che lo regolamenti. «Ci sono visioni utilitaristiche e anche personalistiche, che considerano la libertà del singolo il valore assoluto. Io aderisco a una concezione che mette insieme il bene della vita accanto a quello della libertà perché ritengo sia questa la posizione di un Paese democratico, che non si arroga mai il diritto alla morte e per questo non prevede la pena di morte. Peraltro, se il corpo è mio perché oltre ad avere il diritto di morire non dovrei avere il diritto di disporne, vendendo ad esempio un rene?».
Il docente che ha definito la sentenza della Corte costituzionale 242 sul fine vita «un segno di imborghesimento», ha ribadito che «siamo davanti a persone con grandi sofferenze». È dunque importante «accertare se chi chiede di essere aiutato a suicidarsi lo stia facendo a causa della malattia e non per altre questioni del suo vissuto», garantendo – allo stesso tempo – a tutti quelli che soffrono, compresi i bambini, «le cure palliative che a oggi invece non sempre sono accessibili a tutti in tutta l’Isola».
La commissione Sanità è convocata per domani alle 15.30 per la discussione generale e il passaggio agli articoli. Poi il voto sul testo, che potrà approdare in Aula nelle prossime settimane.

(Unioneonline/v.f.)

© Riproduzione riservata