Dopo benzina, energia e gas, il 2023 porta un’altra ondata di rincari e a esserne colpiti sono centinaia di medicinali di larghissimo consumo: cerotti, pillole anticoncezionali, ansiolitici, antinfiammatori crescono di una quota che va dal 5 al 15 per cento.

Il “ritocco” è stabilito per legge: «Lo ha scritto il "Decreto Storace" del 2005: il prezzo dei medicinali di fascia C può essere incrementato nel mese di gennaio di ogni anno dispari», sottolinea Pierluigi Annis, presidente di Federfarma Sardegna. «Insomma, le ditte aumentano i prezzi di vendita e di conseguenza anche noi farmacisti siamo costretti ad applicare il rialzo. La media, da gennaio, è intorno al 10%».

«Se i rincari per i farmaci occasionali, cioè quelli che si assumono soltanto in caso di sintomi, dunque una volta ogni tanto, incidono relativamente sui bilanci delle famiglie – aggiunge Annis – , molto diverso è il discorso per chi soffre di cronicità e deve prendere medicine con costanza, di conseguenza gli aumenti, mese dopo mese, possono pesare parecchio».

Cristina Cossu

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