«Decisioni sulle aree militari competenza esclusiva dello Stato»: è polemica. La Regione: «Inaccettabile»
Fa discutere la proposta di legge di Paola Chiesa (FdI) su difesa e sicurezza nazionale. Todde: «Così si mina la nostra autonomia»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Qualsiasi iniziativa legislativa che punti a depotenziare le competenze regionali non può essere accettata. La proposta in discussione rappresenta un tentativo di aggirare i nostri strumenti di pianificazione e di ridurre la capacità della Regione di esercitare le proprie prerogative costituzionali».
Così la governatrice della Sardegna Alessandra Todde in merito al disegno di legge nazionale depositato da Paola Chiesa (Fratelli d’Italia) in commissione Difesa alla Camera, che propone, in sintesi, che tutto ciò che riguarda difesa e sicurezza nazionale sia di esclusiva competenza dello Stato e che le leggi ambientali e paesaggistiche regionali si applichino alle aree militari solo se compatibili con le esigenze della Difesa e previo via libera dello Stato Maggiore.
«Tradotto, – commenta l’assessore regionale agli Enti Locali e Urbanistica Francesco Spanedda - basterebbe invocare la “sicurezza nazionale” per neutralizzare le nostre leggi e aggirare qualunque strumento di governo del territorio. Questo è inaccettabile per una Regione autonoma».
La governatrice Todde ricorda invece che i beni non più utilizzati per funzioni statali «devono tornare nella disponibilità della Regione». Secondo Todde, «è un principio chiaro, che difenderemo in ogni sede. Le aree militari rimangono tali finché sono effettivamente utilizzate dalle Forze Armate per scopi istituzionali afferenti alla difesa. Non possono essere trasformate in zone franche sottratte a ogni pianificazione, né tantomeno destinate a usi diversi eludendo le normative regionali. Lo abbiamo dimostrato nel caso di Sant'Elia, quando la Regione ha fatto valere le proprie ragioni impedendo iniziative calate dall'alto e non compatibili con il nostro quadro normativo». Per la governatrice «indebolire le nostre prerogative significa mettere a rischio il patrimonio paesaggistico, la salute dei cittadini e la qualità della vita delle comunità locali. Non lo permetteremo».
Ancora, conclude Todde, «il confronto con lo Stato deve poggiare sul rispetto reciproco. Tuttavia, quando vengono proposti interventi che minano le nostre competenze fondamentali, la Giunta e la Regione tutta sarà sempre determinata per far valere le proprie ragioni: non accetteremo arretramenti che pregiudichino la capacità della Sardegna di governare il proprio sviluppo, né l'idea che basti invocare la “sicurezza nazionale” per svuotare di significato le nostre tutele ambientali e statutarie. Difendere la nostra autonomia significa difendere il futuro dell'Isola».
(Unioneonline/l.f.)
