«Non c'è stato negli anni passati un piano regionale, adesso bisogna cancellare il disastro fatto e lavorare per un piano di programmazione serio». Sono le parole del leader del M5S,  Giuseppe Conte, che questa mattina era a Sassari per l’avvio del tour elettorale in vista delle elezioni europee e amministrative.  

La Giunta guidata da Alessandra Todde ha varato una discussa delibera, ancora da trasformare in eventuale legge, che punta a bloccare per 18 mesi l’installazione di nuovi impianti eolici e fotovoltaici in Sardegna, in attesa dell’individuazione delle aree considerate idonee.  Un provvedimento da più partiti considerato debole e non efficace(se non controproducente) per contrastare l’assalto. 

Resta la presa di posizione. «Ora la nuova amministrazione Todde», prosegue Conte, «sta lavorando a un piano in modo da perseguire una transizione ecologica assolutamente necessaria, quindi con investimenti in fonti rinnovabili, ma parlando con i cittadini, con i territori», ha aggiunto, «rispettando il paesaggio e le risorse naturali di questa terra». 

Intanto il 30 maggio i gruppi e i comitati contro la speculazione energetica si troveranno a Cagliari, in piazza Garibaldi, per una manifestazione che arriverà fino al Consiglio regionale. L’appuntamento è per le 9,30. 

La transizione energetica

«Inquinamento atmosferico, cambiamenti climatici, il modo in cui continuiamo a consumare il suolo, il modo in cui continuiamo a produrre e consumare il cibo: non possiamo scaricare sui giovani che verranno, dobbiamo preservare le risorse naturali che abbiamo ereditato», scandisce Giuseppe Conte in serata sul palco del Teatro Doglio di Cagliari.

«Dobbiamo trasmettere e preservare la biodiversità che è la ricchezza che abbiamo ereditato e non possiamo scappare alle sfide del nostro tempo, dobbiamo essere consapevoli che si predispongono nuove modalità di vita, nuove modalità di produzione, di consumo», prosegue il presidente del M5s. «Dobbiamo continuare il lavoro di rigenerazione urbana o quello sulle comunità energetiche».

E poi l'intelligenza artificiale che «è forse paragonabile per l'impatto a quella che è stata la prima grande rivoluzione, uno spostamento incredibile di profili professionali, una trasmigrazione, se ne perderanno alcuni, se ne acquisteranno degli altri, una politica all'altezza deve governare queste trasformazioni».

La sanità

L’ex premier ha parlato poi di sanità: «La Sardegna esempio del disastro della sanità italiana», ha detto. «Io ho toccato con mano anche in questa regione la difficoltà della sanità, abbiamo parlato con tante persone, tante associazioni», sottolinea.

E ancora: «Non possiamo permettere ulteriori tagli alla sanità. Giorgia Meloni, non possiamo più consentirti di continuare a investire nelle armi e invece togliere risorse alla sanità». Ma per Conte non si tratta solo di finanziamenti: «Le scelte devono ricadere sulle persone competenti, non possono valere tessere di partito, simpatie politiche, perché sennò la sanità diventerà una voragine e quanti soldi metteremo non serviranno a nulla, bisogna invertire la rotta». E poi l'autonomia differenziata che «restituirà 20 regioni completamente squilibrate, qui non c'è nulla dell'indipendenza legittima a cui si ha diritto», sostiene il leader pentastellato. E ancora dito puntato contro la premier per l'annunciata abolizione della contribuzione sud: «È stata introdotta dal governo Conte, fondamentale per cercare di riequilibrare le difficoltà degli imprenditori, ma poi ecco che prendi in giro la Sicilia e la Calabria, prendi quei fondi e li metti sul fantasmagorico progetto del ponte sullo Stretto».

La guerra in Ucraina

Le immagini di Kiev e dei territori in guerra in Ucraina proiettate sul video-wall scorrono e accompagnano l'arrivo sul palco del presidente del M5s, accolto tra gli applausi di oltre 600 persone al Teatro Doglio di Cagliari. «Come siamo arrivati a questo, come siamo arrivati sull'orlo del conflitto mondiale - esordisce dopo le immagini dei bombardamenti in Ucraina -. Io sono preoccupatissimo, non mi posso rassegnare a un'Italia e un'Europa trascinata in guerra».

Conte insiste: «Ci hanno detto che la guerra era la strategia inevitabile, noi siamo stati dileggiati e hanno tentato di dividerci e di buttarci via dal sistema politico, ma abbiamo assunto da subito una posizione chiara e ci continuiamo a battere per dire no a più armi, no a questa escalation militare, no a questo conflitto dagli esiti imprevedibili», tuona tra applausi e commenti del pubblico.

«Altre forze politiche esprimono un orientamento plurale, i nostri candidati sono concentrati su un'unica posizione». Sul raid israeliano a Rafah: «Mi vergogno di essere rappresentato da un governo che davanti a questa pagina atroce della storia si gira dall'altra parte - dice puntando il dito contro la premier Giorgia Meloni, che nelle immagini appare su un mezzo militare - che non fa nulla e si astiene per tre volte davanti all'assemblea delle Nazioni Unite. Io non mi sento rappresentato da questo governo e mi vergogno».

(Unioneonline/E.Fr.)

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